Sanità, molte donne in corsia e poche nella stanza dei bottoni
«La voce alle donne della sanità», Ministero lancia primo Forum
ROMA - I dati sugli 'organici ' del servizio sanitario nazionale parlano chiaro: molte sono le donne in corsia, poche quelle nelle stanze dei bottoni. A fronte di un medico donna ogni tre, soltanto una donna su dieci occupa un posto di dirigente medico di struttura complessa, ovvero quello che una volta si chiamava primario. Nel 2007 infatti su un totale di 9638 «primari» le donne sono 1184 con una percentuale sostanzialmente stabile nel corso del triennio 2005-2007 pari circa all'11-12 per cento. E la stessa proporzione di circa uno a dieci si rileva nell'ambito dei manager delle aziende sanitarie.
Per invertire la tendenza il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, dà il via - sul sito www.ministerosalute.it - al primo Forum, ovvero 'La voce alle donne della sanità', lancia un'indagine conoscitiva e la prima Conferenza nazionale, che sotto lo slogan 'Ssn: un sistema sempre più al femminile', si terrà a giugno. Il Consiglio dei ministri d'Europa il 30 gennaio 2008 ha formulato una raccomandazione agli Stati membri nella quale ha sottolineato che «l'obiettivo per produrre uguaglianza, equità e rispetto dei diritti umani per la dignità dell'individuo nell'ambito della salute richiede che gli effetti delle differenze di genere e le loro conseguenze siano prese in considerazione nella pianificazione delle politiche sanitarie, nelle prestazioni sanitarie e nei processi derivanti».
E' in quest'ottica che il ministero ha deciso di avviare un'ampia riflessione sulla femminilizzazione della sanità, sulle problematiche ad essa correlate, sulle proiezioni future del Servizio sanitario nazionale. Il punto di partenza della riflessione del ministero sono i dati sulla dirigenza del Ssn che fotografano una situazione con molte donne in corsia e poche nelle stanze dei bottoni. Ed è una tendenza cronica, a giudicare dai dati del Conto annuale della Ragioneria dello Stato relativi agli anni 2005-2007 e dell'Ufficio di statistica del ministero del Lavoro, della salute e delle Politiche sociali - Settore Salute. Le sproporzioni più rilevanti riguardano in generale proprio l'accesso alla professione medica e specificatamente i vertici dei ruoli sanitari. Nel Servizio Sanitario Nazionale infatti la presenza femminile è la maggioranza, intorno al 60 per cento circa, ma nella distribuzione dei ruoli le donne costituiscono, in base ai dati del 2007, il 33 per cento dei medici (erano il 30 per cento nel 2005) che lavorano nel Ssn mentre superano il 73 per cento del personale infermieristico.
A fronte quindi di un medico donna ogni tre, soltanto una donna su dieci occupa un posto di dirigente medico di struttura complessa, quello che una volta si chiamava 'primario'. Nel 2007 infatti su un totale di 9638 «primari» le donne sono 1184 con una percentuale sostanzialmente stabile nel corso del triennio 2005-2007 pari circa all'11-12 per cento. E la stessa proporzione di circa uno a dieci si rileva nell'ambito dei manager delle aziende sanitarie dove nel 2007 i direttori generali sono complessivamente 941 di cui 132 donne, cioè il 14 per cento (erano 133 nel 2006 e 113 nel 2005). Va meglio nelle posizioni dirigenziali intermedie, per esempio nel 2007 i camici rosa a capo di strutture semplici sono quasi 4900 su un totale di oltre 18mila dirigenti, e sono la metà circa del totale dei dirigenti medici con incarichi professionali diversi dalla direzione di un dipartimento o di un reparto, circa 30mila su più di 76 mila dirigenti. La parità dei sessi si registra nella dirigenza sanitaria non medica, per esempio farmacisti, biologici, chimici, psicologi, ingegni, dirigenti amministrativi, dove il rapporto uomo-donna è in pratica uno a uno: 11 mila donne su un totale di più di 20 mila dirigenti.
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