26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Unioncamere e InfoCamere

Piccoli imprenditori: nel 2008 le donne ‘tengono’ più degli uomini

Nel biennio 2007-2008 le titolari donne di ditte individuali sono rimaste stabili in valore percentuale: sono infatti il 25,5% del totale dei titolari

ROMA – Fare impresa in tempi di crisi è più difficile ma, a guardare il bilancio dei titolari di imprese individuali – ovvero le piccole e piccolissime attività imprenditoriali - il 2008 evidenzia una migliore ‘tenuta’ di quelle guidate dalle donne rispetto alle performance di quelle con a capo un uomo. Se lo scorso anno le poltrone dei piccoli imprenditori individuali si sono ridotte complessivamente dello 0,91%, quelle occupate da donne hanno infatti limitato le perdite allo 0,84%, mentre quelle dei concorrenti uomini hanno ceduto lo 0,94%.
Nel biennio 2007-2008 le titolari donne di ditte individuali sono rimaste stabili in valore percentuale: sono infatti il 25,5% del totale dei titolari, praticamente su 4 titolari di ditte individuali, una è donna.
In totale, alla fine del 2008 erano poco meno di 900mila le donne alla guida di queste piccole e piccolissime imprese, presenti soprattutto nel commercio, nell’agricoltura e nei servizi dove si concentra complessivamente il 72% di tutte le «poltrone» rosa rilevate da Unioncamere e InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.

I SETTORI
In termini strutturali, i settori caratterizzati da una presenza preponderante di donne alla guida di imprese individuali si confermano quelli della sanità (dove le donne rappresentano il 66,4% del totale dei titolari) e dei servizi alla persona (dove sono il 59,1%). Presenze significative - superiori al 30% - si registrano anche nell’istruzione (41,6%), negli alberghi e ristoranti (40,5%), e nei servizi alle imprese e agricoltura (rispettivamente 30,9 e 30,7%).
Considerando i soli settori quantitativamente più rappresentativi, rispetto al 2007 questo piccolo esercito si è comportato relativamente meglio dei colleghi uomini in particolare nei servizi alle imprese (che includono, tra gli altri, i servizi ausiliari al settore immobiliare, l’informatica, i servizi professionali e consulenziali), facendo registrare un aumento del 2,9% a fronte del 2,3% realizzato dai colleghi dell’altro sesso; nei servizi alla persona (che includono le attività culturali, ricreative e sportive): +1% a fronte della crescita zero degli uomini; negli alberghi e ristoranti (+0,37 contro +0,1%), nella sanità (+5,1 contro –2,1%). Significativo anche l’aumento di titolari nel settore delle costruzioni (+6,9 contro il +1,1% degli uomini).
Tra i settori che nel 2008 hanno complessivamente subito una riduzione di titolari individuali - sempre considerando quelli numericamente più significativi - le donne hanno fatto relativamente meglio degli uomini in agricoltura (-2,2% contro –2,7%) e nei trasporti e comunicazioni (-0,8% contro –3,8%).
Più dure per le donne, invece, le conseguenze della crisi in settori tradizionali quali il commercio (-1,5% le titolari donne, contro il –1,2% degli uomini) e le attività manifatturiere (-2,1% contro –1,8%), mentre decisamente negativo è stato il bilancio rosa in un settore a forte concentrazione di piccole imprese femminili come quello dell’istruzione (-8,1% rispetto al +0,9% degli uomini).

IL TERRITORIO
In termini assoluti, il bilancio regionale del 2008 si chiude con il segno positivo per le titolari della Lombardia e della Calabria, rispettivamente aumentate dello 0,27 e dello 0,24% rispetto all’anno precedente. In tutte le altre regioni il bilancio è stato quantitativamente negativo ma, in quattordici regioni su venti, le titolari donne hanno ‘tenuto’ le posizioni meglio dei colleghi uomini. Soltanto in sei casi (Basilicata, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta), i titolari maschi hanno fatto meglio.
La Lombardia (con 93.175 titolari), la Campania (90.204) e la Sicilia (84.620) sono nell’ordine le regioni dove si concentra il numero maggiore di poltrone rosa tra i piccoli imprenditori: considerate insieme, in queste tre regioni opera il 30,7% di tutte le donne titolari di imprese individuali. Molise (34,1%), Basilicata (31,5%) e Abruzzo (30,3%) si confermano, invece, le regioni in cui la presenza di titolari donne è più rilevante rispetto al totale delle figure di titolare di impresa esistenti a fine 2008.
A livello provinciale, in 28 casi su 104 il 2008 ha fatto registrare un incremento delle titolari donne. Prato (+4,1%), Crotone (+3,9%) e Cosenza (+1,5%) le province con gli incrementi più pronunciati. A Gorizia (-6,2%), Aosta (-4,2%), Vibo Valentia (-5,2%) e Trieste (-5,1%), invece, si registrano le contrazioni relativamente più forti di titolari donne, sebbene nel caso della provincia calabra gli uomini abbiano fatto peggio (-7,3%).
La quota relativamente più elevata di titolari donne sul totale dei titolari in provincia si registra invece ad Avellino (38,3%), Frosinone (36,4%), e Benevento (36,2%). Monza e Brianza (18,7%), Lodi (18,9%) e Reggio Emilia (19%) sono invece quelle in cui è relativamente minore la rappresentanza rosa tra i piccolissimi imprenditori.