2 maggio 2024
Aggiornato 04:00
Alla luce delle recenti sentenze della Corte di Cassazione

Convegno: «L’elusione fiscale e l’abuso del diritto»

Venerdì 27 febbraio alle 14.30, Aula Bartolomeo Cipolla, Facoltà di Giurisprudenza di Verona

VERONA - La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, con due recenti sentenze del 23 dicembre 2008 (nn. 30055 e 30057) ha stabilito dei principi in tema di elusione fiscale ed abuso del diritto che, se da un punto di vista giuridico danno dei parametri di riferimento ai giudici, dall’altro, invece, creano inquietudine ed incertezza agli operatori economici, nazionali e stranieri, rendendo ancora più difficile e problematiche le operazioni commerciali, soprattutto in un momento di grave crisi economica.

Un tema delicato che verrà approfondito in un convegno alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Verona. Un seminario di studio, dal titolo «l'elusione fiscale e l'abuso del diritto alla luce delle recenti sentenze della Corte di Cassazione«, che si terrà venerdì 27 febbraio a partire dalle 14.30 nell’aula Bartolomeo Cipolla della facoltà di Giurisprudenza. Secondo i giudici di legittimità, infatti, il contribuente non deve mai trarre vantaggi fiscali indebiti dall’utilizzo distorto di strumenti giuridici idonei ad ottenere un risparmio fiscale. In sostanza, viene ribadito il principio del divieto assoluto dell’abuso del diritto, evidenziato anche in sede comunitaria, a meno che il contribuente non dimostri che sussistono valide ragioni economiche, alternative o concorrenti, di carattere non meramente marginale o teorico. Dimostrazione, questa, alquanto difficile, soprattutto nell’attuale processo tributario, in quanto sono vietati la testimonianza ed il giuramento. In sostanza non hanno efficacia nei confronti del fisco quegli atti che si traducono in operazioni compiute essenzialmente per il perseguimento di un vantaggio fiscale.

I lavori del convegno, coordinati da Lorenzo Picotti, direttore della rivista di Giurisprudenza ed Economia d'azienda, saranno aperti da Paolo D'Alessandro, consigliere della Corte di Cassazione. In scaletta anche gli interventi di Giovanni Battista Alberti, ordinario di Economia Aziendale dell'ateneo scaligero e Mauro Beghin, docente di Diritto Tributario dell'Università di Padova. Secondo le ultime sentenze, infine, il divieto di trarre vantaggi fiscali indebiti è valido sia per le imposte dirette che per quelle indirette e non solo può essere rilevato d’ufficio dal giudice in ogni stato e grado del processo ma il principio ha valore retroattivo, potendo essere applicato anche per operazioni economiche fatte negli anni scorsi quando mancavano queste certezze giuridiche.