29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
A fine anno (-1,5%), rosso fisso a inizio 2009

Unioncamere, commercio: vendite in calo

Previsioni più pesanti per i commercianti del Sud

Roma – Trimestre in rosso a fine anno e forti preoccupazioni per l’andamento dei mesi in corso. E’ quanto mostrano le imprese del commercio nella consueta indagine sulla congiuntura realizzata dal Centro Studi Unioncamere. Se nei tre mesi di fine 2008, rispetto allo stesso periodo del 2007, le imprese commerciali hanno registrato una riduzione delle vendite dell’1,5%, i segni di sofferenza si stanno protraendo anche a inizio d’anno, con il 30% dei commercianti che dichiara una flessione delle vendite e solo un 14% che segnala invece un loro aumento.

Calo moderato a fine anno
Tra ottobre e dicembre 2008 le imprese del settore distributivo hanno registrato una flessione del fatturato determinata unicamente dalle aziende di piccola dimensione (-3,2%), mentre le più grandi registrano un aumento dell’1,5%. Lievi le oscillazioni rispetto all’andamento complessivo delle diverse ripartizioni territoriali, sebbene le medie d’area siano espressioni di diversi livelli di «sofferenza» riscontrabili tra le piccole e le più grandi imprese del comparto. Nel Nord-Ovest in particolare, il calo dell’1,5% è effetto di un notevole decremento delle vendite dei piccoli esercizi commerciali (-5,1%), controbilanciato da un discreto aumento delle strutture commerciali di maggiori dimensioni (+3,1%).

Maggiori le difficoltà previste per le imprese del Sud e quelle dei comparti non alimentari
I dati sull’andamento del fatturato per il 1° trimestre 2009, secondo quanto dichiarato dai commercianti, presentano un saldo negativo pari a -16 punti percentuali tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione delle vendite. Più accentuata la preoccupazione delle imprese di maggiore dimensione (il saldo ammonta a -22 punti percentuali), rispetto a quella espressa dalle imprese con meno di 20 dipendenti (-12 punti percentuali). A soffrire di più sembrano soprattutto le imprese del comparto non alimentare con oltre 20 dipendenti (il saldo tra quanti dichiarano un aumento di fatturato e quanti prevedono una diminuzione è pari a –41). Tengono meglio il segmento alimentare (saldo –2 punti percentuali) e gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (-7). A livello territoriale, la grande dimensione risulta fortemente penalizzata al Sud con un allarmante –40, ben al di sotto dei saldi, pure negativi, del Nord-Ovest e del Nord-Est (rispettivamente –20 e –21 punti percentuali) e del più contenuto –11 del Centro.
Le imprese di piccole dimensione perdono maggiormente nel settore alimentare (-24 il saldo) rispetto al non alimentare (-9), con il Mezzogiorno (-18) che segna valori più bassi rispetto alle altre aree del paese (-16 il Centro, -10 il Nord-Est e –3 il Nord-Ovest).
Previsioni negative anche per le vendite di ipermercati, supermercati e grandi magazzini, le cui imprese prevedono un saldo di -8 punti percentuali.