25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Dazi e commercio estero

Urso: «Con il protezionismo rischio di guerre commerciali»

Oggi incontro a Roma con il Direttore del WTO Pascal Lamy

«La tentazione di molti Paesi anche a tradizione liberista come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna è di chiudersi in se stessi e favorire i mercati interni, ma questo non fa altro che drammatizzare la stagnazione. La spirale del protezionismo può portare a conflitti bellici veri e propri, non solo commerciali». E’ quanto afferma Adolfo Urso, Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero in un’intervista rilasciata al quotidiano Libero Mercato diretto da Oscar Giannino alla vigilia dell’incontro che si terrà oggi pomeriggio a Roma tra il Sottosegretario e Pascal Lamy Direttore Generale del WTO in previsione del G7 che inizia oggi a Roma.

Rischio ritorno al nazionalismo - «Se al crollo dell’export – spiega il Sottosegretario – segue l’avvitamento del commercio mondiale e il soffocamento provocato da leggi protezionistiche in alcune Nazioni dove la democrazia è più recente si rischia nuovamente il ritorno al nazionalismo. I rapporti tra gli Stati di conseguenza degenerano. Ed è da tale humus che nascono i pretesti per le guerre. Stoppare subito la spirale è la scelta migliore, anzi l’unica scelta.

Rischio rottura della filiera - Urso spiega infine che «per le aziende il rischio a medio termine è la rottura della filiera. Quando si sciolse la confederazione Jugoslava nacquero nuovi confini e nuovi dazi. Le aziende più grandi fallirono perchè, tarate come erano sul mercato confederale da 50 milioni di persone, di colpo si ritrovarono con un target di vendita dieci volte più piccolo. La scala era improvvisamente cambiata senza il tempo necessario di rigraduarla. La stessa cosa può succedere nei prossimi mesi.

Infine il Sottosegretario si sofferma sulle clausole del buy american dicendo «sono convinto che il Presidente Obama sia consapevole della necessità di non cedere agli istinti. Non sono altrettanto certo che riuscirà a convincere la maggioranza democratica e i sindacati.»