19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Peggiorano le condizioni di accesso ai finanziamenti bancari da parte delle piccole imprese

“La crisi del credito costa alle imprese 12,5 miliardi l’anno”

L’allarme viene dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini il quale lo ha segnalato in una lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi

Da luglio 2007, la crisi del credito è costata 12,5 miliardi l’anno alle imprese italiane. A tanto ammontano i maggiori interessi imposti dalle banche agli imprenditori rispetto al calo del tasso di riferimento fissato dalla Bce.
L’allarme viene dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini il quale ha segnalato in una lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi il grave peggioramento delle condizioni di accesso ai finanziamenti bancari da parte delle piccole imprese.

Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, tra novembre 2007 e novembre 2008 lo stock di prestiti delle banche alle imprese individuali è diminuito del 2,6%.
A ‘strangolare’ le imprese non è soltanto il costo del denaro ma anche le condizioni per ottenerlo, decisamente peggiorate come emerge dall’ultima rilevazione di febbraio dell’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile di Confartigianato: negli ultimi tre mesi, il 38,7% dei giovani imprenditori ha riscontrato maggiori difficoltà nei rapporti con le banche.

Affidamenti - Difficoltà che si manifestano soprattutto con richieste ingiustificate di rientro anticipato degli affidamenti, con l’aumento dello spread sui tassi di interesse, con richieste di maggiori garanzie, con l’allungamento dei tempi delle procedure burocratiche.
«L’atteggiamento delle banche – secondo Guerrini – appare tanto più ingiustificato se si considera che a ottobre 2008, nel pieno della crisi, il rapporto sofferenze nette/impieghi totali era addirittura diminuito a 1,08% rispetto al valore di 1,17% rilevato a luglio 2007, prima dello scoppio della crisi dei mutui subprime».

Maggiori problemi con Istituti di grandi dimensioni - Il Presidente di Confartigianato sottolinea che le maggiori difficoltà gli imprenditori le registrano con gli istituti di grandi dimensioni. «Ciò dimostra – commenta Guerrini – che i processi di acquisizione e fusione del sistema bancario non hanno creato condizioni di maggiore convenienza per la clientela. Per le piccole imprese l’accesso al credito rimane più facile con le banche più piccole e radicate nel territorio, in particolare le banche popolari e gli istituti di credito cooperativo, che infatti erogano il 43,8% del totale dei prestiti bancari alle micro e piccole imprese con meno di 20 addetti».

«Il nostro sistema economico – sottolinea Guerrini nella lettera inviata al Presidente Berlusconi - rischia di crollare non perché alle imprese sia venuta meno la voglia di rischiare, ma per la crisi di liquidità. I nostri imprenditori non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. Ma questa loro propensione viene bloccata da un atteggiamento non altrettanto coraggioso da parte degli istituti bancari».