19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
L’agricoltura scende in piazza

Crisi: basta con le promesse mancate

Dal governo nessuna risposta concreta

Il presidente della Cia Giuseppe Politi annuncia iniziative degli agricoltori in tutto il Paese. La decisione verrà presa martedì prossimo 3 febbraio in una riunione straordinaria della Direzione nazionale della Confederazione. Le imprese agricole sono in una situazione drammatica, sotto il peso dei costi produttivi e degli oneri produttivi. Grave il mancato finanziamento del Fondo di solidarietà per le calamità naturali. Nessun chiarimento per l’Ici sui fabbricati rurali.

«Ora basta con il teatrino delle chiacchiere e delle promesse mancate. Il governo non ha dato alcuna risposta valida ai gravi problemi dell’agricoltura. Martedì prossimo 3 febbraio è stata convocata in via straordinaria la Direzione nazionale che deciderà immediate iniziative di protesta su tutto il territorio». Ad annunciarlo è il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi che denuncia una situazione ormai insostenibile per le imprese agricole, sempre più oberate da costi, da oneri contributivi e da pesanti adempimenti burocratici.

«Nei giorni scorsi - avverte Politi- avevamo chiesto un preciso segnale da parte del governo. La risposta che attendevamo, però, non c’è stata. Nel Consiglio dei ministri è stato varato solo il decreto sulle quote latte. Nulla, invece, di sgravi contributivi, di ripristino del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, di attenuazione dei costi produttivi, di un chiarimento definitivo per l’Ici sui fabbricati rurali. Le nostre richieste sono cadute nel vuoto».

Mobilitazione in tutto il Paese - «Davanti a questo persistente disinteresse - afferma il presidente della Cia - la nostra mobilitazione riprenderà con maggiore intensità in tutto il Paese. Nella prossima settimana decideremo le iniziative da sviluppare e le loro modalità. Il governo ha sempre fatto delle promesse nei confronti del settore agricolo, ma non ne ha mantenuta una. Ora bisogna mettere la parola fine a queste sceneggiate. Gli agricoltori vogliono serietà e soprattutto concretezza. La crisi che stanno vivendo è la più difficile degli ultimi trent’anni e solo il governo non ne ha compreso la portata. Per questo motivo la nostra protesta, quella di migliaia di imprenditori agricoli, sarà dura e senza alcun cedimento. Vogliamo che l’agricoltura venga considerata alla stregua degli altri settori, a cominciare da quello dell’auto per il quale si stanno studiando interventi e cercando di trovare, le opportune risorse. Per le imprese agricole, invece, nulla».