23 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Orari di apertura dei negozi

Meno posti di lavoro e investimenti con la nuova legge regionale

Questa la posizione di Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata in Italia

MILANO – «La nuova legge regionale sugli orari di apertura dei negozi in Piemonte, se approvata nei termini attuali, avrà pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali del settore e indurrà un rallentamento nei futuri investimenti delle imprese distributive nella Regione». Questa la posizione di Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata in Italia.

Il nuovo testo normativo regionale sugli orari prevede infatti una serie di interventi che potrebbero ridurre in modo radicale il numero di aperture domenicali e festive, abolendo la definizione di comuni turistici e città d’arte (zone nelle quali era sempre possibile tenere aperti i negozi) e rimandando la questione degli orari di apertura ad un complesso meccanismo di accordi a livello di area ultracomunale, in assenza dei quali si applicherebbe automaticamente il decreto Bersani del 1998, che prevede solo 8 aperture domenicali oltre a quelle del mese di dicembre. Il testo introduce inoltre limitazioni su un argomento, quello degli orari di apertura dei negozi, che attinge di base ai principi costituzionali della tutela della concorrenza nel mercato, come più volte affermato dall’Antitrust.

«Le aperture domenicali sono un servizio che il cittadino richiede, coerente con i nuovi stili di vita e con una gestione del tempo che deve prevedere anche nei giorni festivi la possibilità di fare acquisti nei negozi, così come quella di andare al cinema o a teatro – continua Federdistribuzione – In un momento di sfiducia e incertezza delle famiglie come quello attuale che si traduce in un calo dei consumi, diminuire le opportunità di acquisto appare una scelta sciagurata, in grado solo di indebolire ulteriormente la domanda, con conseguenze immaginabili per la tenuta del complessivo sistema economico della Regione e dunque dei suoi livelli occupazionali».

«Se in Piemonte si passasse dall’attuale regime di aperture domenicali all’applicazione del decreto Bersani dovremmo ipotizzare una diminuzione dell’occupazione di circa 900 unità nel mondo della Distribuzione Moderna Organizzata, alimentare e non alimentare, come conseguenza di una sensibile riduzione del fatturato». Ma non è tutto: una così drastica limitazione delle aperture domenicali e festive indurrebbe molte aziende distributive a congelare i propri investimenti nella Regione, magari dirottandoli su altri territori nei quali si possano intravedere maggiori opportunità di sviluppo. Questo significherebbe ridurre l’impulso positivo che la Distribuzione Moderna Organizzata ha sempre dato all’economia della Regione, sia in termini di nuova occupazione che di attivazione dell’indotto. Un nuovo elemento di freno alla crescita del sistema regionale si aggiungerebbe quindi a quelli già presenti.

E’ uno scenario che le aziende di Federdistribuzione non si augurano, vedendo esse da sempre nel Piemonte un territorio di grande potenzialità e sviluppo. Uno scenario però che, purtroppo, non potrà che confermarsi nel caso in cui non si intervenga sui contenuti della nuova legge sul commercio. Per questo Federdistribuzione auspica che la Regione possa rivedere i dispositivi normativi attualmente in discussione, per disegnare un settore del commercio che non rivolga lo sguardo al passato in difesa di interessi corporativi ma che sia sempre più moderno e in linea con le nuove esigenze di consumatori e imprese.