Confesercenti Bologna: «Chiediamo la cancellazione delle sanzioni»
A Bologna si tassano menù e carte di credito esposte in vetrina dai commercianti perché considerate, teoricamente, una forma di pubblicità e dunque soggette a tassa
A Bologna si tassano menù e carte di credito esposte in vetrina dai commercianti perché considerate, teoricamente, una forma di pubblicità e dunque soggette a tassa. La giunta Cofferati, tramite la società di riscossione GESTOR, sta recuperando infatti le imposte non pagate colpendo 2.300 commercianti. Si tratta di una tassa con effetto retroattivo, ovvero si riferisce agli anni 2005-2008 e prende spunto dal decreto legislativo numero 507 del 15 novembre ’93, recepito e adattato da un apposito regolamento comunale.
La Confesercenti di Bologna, dopo l’incontro con il tavolo tecnico sull’imposta di pubblicità nel Comune di Bologna effettuato dalla società di riscossione GESTOR, ha ribadito la propria perplessità sulle modalità operative di tale iniziativa, che hanno modificato le consuetudini con cui il Comune di Bologna applicava l’imposta alle attività, relativamente alla «pubblicità» e agli «avvisi» nelle vetrine. Nello specifico, la Confesercenti ha richiesto che venga sospeso l’invio delle circa duemila cartelle che dovrebbero essere notificate nelle prossime settimane, fino alla definizione precisa e puntuale delle modalità operative.
«Nel merito - si legge in una nota di Confesercenti Bologna - chiediamo una interpretazione della normativa, che esenti dal pagamento della imposta di pubblicità tutte le informazioni e comunicazioni che il titolare dell’attività deve fare, per adempiere regolarmente alle normative vigenti (listino prezzi, orari di apertura e chiusura attività,saldi, ecc.), o che favoriscano l’utilizzo della moneta elettronica (pago bancomat, carte di credito).
Una volta definite puntualmente le tipologie di «pubblicità» e di «avvisi», oltre alla modalità per ilcalcolo della superficie minima esente dall’imposta, chiediamo la cancellazione di tutte le sanzioni e delle imposte per le tipologie esentate, in aggiunta a una tempestiva e precisa comunicazione inmodo che gli operatori possano scegliere con cognizione di causa come utilizzare le proprie vetrine».
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