29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Lunedì riunione a Bruxelles

Continuano gli sbarchi di navi cariche di grano estero sulle coste pugliesi

Determinante dare immediata applicazione al Decreto sulla Competitività senza pericolose deroghe

«E’ proprio il caso di dire che la Puglia mai è stata tanto ‘porto di mare’ come negli ultimi mesi e mai il modo di dire è risultato più calzante, non solo in considerazione dei numerosi porti che la caratterizzano, quanto per il via vai di navi cariche di prodotti agricoli che raggiungono le coste regionali. La merce più gettonata è sicuramente il grano che continua ad arrivare in grande quantità. Negli ultimi 4 giorni hanno attraccato al porto di Barletta due navi provenienti da Porte La Nouvelle (Francia), battenti bandiere turca e algerina, e al porto di Bari una nave proveniente da La Pallice (Francia), battente bandiera ucraina.

E il nostro grano pugliese resta invenduto nei silos». E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, a non abbassare la guardia sulla crisi del comparto cerealicolo, anche in vista del contributo offerto dalla Coldiretti alla riunione, organizzata dalla Provincia di Foggia, che si terrà a Bruxelles lunedì prossimo.

«E’ determinante dare immediata attuazione – incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - al Decreto sulla Competitività, prevedendo l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto agricolo in etichetta per tutte le produzioni agroalimentari, senza che venga ipotizzata alcuna deroga. Intanto, esprimiamo plauso per l’attività avviata dall’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità del Ministero delle Politiche Agricole, dai Comandi dei Carabinieri NAS di Bari e NAC di Salerno, dall’Agenzia delle Dogane di Puglia e dall’Ufficio di Sanità Marittima che hanno predisposto un protocollo per l’intensificazione delle attività di controllo già in corso e l’incremento dell’efficacia delle azioni, evitando inutili duplicazioni. Il prezzo del grano duro è ai minimi storici e oscilla tra i 19 e i 20 euro al quintale, per non parlare dell’annoso problema dell’origine del prodotto agricolo. Tutto ciò si traduce in un danno evidente a carico degli imprenditori pugliesi, che non riescono a spuntare prezzi equi e remunerativi, e a carico dei consumatori che non sanno con quale grano sono prodotti il pane e la pasta che acquistano. Per non parlare dei prezzi che si moltiplicano di 20 volte dal grano al pane e di 5 volte dal grano alla pasta».

La Puglia è la regione cerealicola leader in Italia con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro ed un quantitativo di grano duro prodotto pari a 11 milioni di quintali. Gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Australia, Canada, Bangladesh, Sud America, Messico, Arizona e Texas….per produrre pasta «Made in Italy» senza che sia indicato in etichetta, quando potrebbero essere tranquillamente approvvigionati dalla cerealicoltura pugliese.