28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
Pesca illegale

Ambientalisti a Zaia: «Rafforzate controlli e sanzioni»

«Esistono carenze sostanziali nei controlli sulla pesca sufficienti a compromettere la pesca sostenibile e a determinare in Italia un’emergenza legalità in questo settore»

«Esistono carenze sostanziali nei controlli sulla pesca sufficienti a compromettere la pesca sostenibile e a determinare in Italia un’emergenza legalità in questo settore» è quanto denunciano insieme Greenpeace, Legambiente, Marevivo e WWF al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, On. Luca Zaia.

Il settimo rapporto annuale della Commissione Europea sulle infrazioni alla Politica Comune sulla pesca, registra in Italia il numero più alto di infrazioni gravi (3.868), seguita da Spagna (2.061) e Francia (1.360). Il dato evidenzia l'ampiezza del fenomeno dell'illegalità nel settore della pesca italiana. Casi ampiamente documentati come l'illegalità nella pesca al tonno rosso e nell'uso diffuso delle spadare, o ancora la vendita di pesce sottotaglia o di specie protette, lo strascico sottocosta, dimostrano che esiste una «emergenza legalità» nella pesca italiana i cui costi sono altissimi. Impoverimento delle risorse ittiche, impatto sugli habitat marini, concorrenza sleale verso gli operatori onesti, infiltrazione della criminalità organizzata nell'intera filiera, ripercussioni negative sulle misure di gestione sono solo alcuni dei fattori che minacciano la sostenibilità del settore della pesca.

Situazione ampiamente documentata dal programma televisivo REPORT, che il 16 novembre scorso ha mandato in onda un'ampia inchiesta sulla pesca illegale in Italia mostrando la mancanza di una decisa azione repressiva sulle spadare illegali e lo strascico sottocosta. REPORT ha denunciato in particolare l'impunità di cui godono gli «spadaroti» in diversi porti dell'Italia meridionale, tra i quali il porto di Bagnara Calabra (RC). Le immagini della trasmissione denunciano che in questi luoghi le Autorità di controllo avrebbero sensibilmente ridotto la propria funzione di vigilanza. Queste gravissime carenze hanno consentito negli anni il proseguimento delle attività criminali di oltre cento pescherecci che con l'uso delle spadare continuano ad esercitare una pressione non selettiva sugli stock di pescespada e tonno rosso aggravandone lo stato già fortemente compromesso. Gli ambientalisti chiedono dunque al Ministro Zaia misure urgenti per colmare le inefficienze nel sistema dei controlli (come ad esempio: sanzioni dissuasive, osservatori a bordo, sistemi di rilevamento satellitare più efficaci) e di pretendere dalle Autorità di vigilanza il massimo impegno nella lotta all'illegalità nella pesca in tutte le marinerie.

«La pesca illegale è un'emergenza in tutta l'Unione europea e spessola difficoltà sta proprio nell'attuazione dei controlli e nell'inefficacia delle sanzioni. Per questo, nelle scorse settimane, la Commissione Europea ha presentato una proposta di riforma del sistema di controlli al settore della pesca sulla quale il nostro governo dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi. Per questo è auspicabile che il Ministro Zaia avvii al più presto un confronto con le associazioni del settore, i sindacati, i ricercatori, le organizzazioni ambientaliste, i consumatori, le autorità di controllo e i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, per rivedere criticamente il sistema nazionale dei controlli e formulare delle proposte che possano contribuire anche alla definizione di un sistema europeo più efficiente» hanno dichiarato le organizzazioni ambientaliste.

Sui fatti denunciati da REPORT, in particolare in Calabria, le Associazioni ambientaliste hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dichiarandosi parte offesa rispetto alle possibili violazioni evidenziate dalla trasmissione televisiva