3 ottobre 2025
Aggiornato 12:30
Francesco Rutelli a YouDem.tv

«Le nostre priorità: salvaguardare i salari e la vita delle famiglie»

«Un negoziato a livello di Unione Europea sul pacchetto legislativo su clima e energia può essere opportuno»

Un negoziato a livello di Unione Europea sul pacchetto legislativo su clima e energia può essere opportuno, per difendere gli «interessi nazionali», ma l'Italia non può sconfessare l'accordo su Kyoto coraggiosamente promosso negli anni scorsi dall'Ue. Questa, secondo Francesco Rutelli intervistato su YouDem.tv, la strada da percorrere per l’Italia nella difficile sfida ambientale.

«L'Europa, - spiega Rutelli dagli schermi della tv del Partito Democratico - con la Commissione guidata da Romano Prodi, ottenne il via libera della Russia. A quel punto si è superata la quota magica dei paesi per fare entrare in vigore Kyoto. Il problema globale è gigantesco e l'Europa ha fatto una scelta globale». «Ben venga un negoziato - ha continuato l'esponente democratico - l'Italia deve difendere le piccole imprese, alcuni tipi di impianti che, se non hanno un processo razionale di riduzione delle emissioni inquinanti, rischiano di andare là dove queste emissioni sono permesse, in Cina ad esempio. Un negoziato è saggio - ha proseguito il senatore democratico - quel che non si capisce è cosa vuole il Governo».

Infatti. Le strategie del Governo non sono chiare e tantomeno si riesce a comprendere se, dietro i continui stop e le numerose richieste di proroga, ci sia una vera visione d’insieme, una prospettiva, un programma serio da seguire. Secondo Rutelli, «una cosa è mettersi a un tavolo a negoziare, altra è mettersi su una linea di ecoscetticismo come ha fatto il ministro Brunetta. L'Italia - per il senatore PD - non può tirarsi fuori dalla condivisione di quello che è stato per l'Europa l'unico passo politico degli ultimi anni». Il nostro paese, secondo Rutelli, «si mette di traverso e sposa la posizione di paesi che stanno indietro a causa della loro eredità post-comunista».

La puntata di ».Dem», la trasmissione della nuova tv del Partito Democratico che si occupa di approfondire i maggiori temi dell’attualità politica, ha dedicato uno spazio anche alle elezioni americane. Mancano ormai pochi giorni al voto statunitense e Barack Obama continua a volare nei sondaggi, supportato anche dal recente «endorsement» di Colin Powel, l’ex Segretario di Stato americano che fino al 2005 ha affiancato Bush alla Casa Bianca. Nonostante i sondaggi sempre più favorevoli al candidato democratico, Rutelli è convinto che la partita non può considerarsi definitivamente chiusa. Il sistema di voto per le presidenziali non rispecchia necessariamente il volume di voti conquistati da ogni candidato, per questo, rammenta Rutelli, «bisogna ricordare l’episodio legato alla candidatura di Al Gore». Il quale, sebbene vantasse in totale più voti dell’avversario, dovette cedere la prestigiosa poltrona di Washington a George W. Bush.

Inoltre, il senatore del PD è convinto che la questione razziale potrebbe manifestarsi improvvisamente, sebbene nello scontro politico non sia mai emersa esplicitamente. Il colore della pelle di Obama, sostiene l’esponente PD, «è un argomento che nella discussione 'politically correct' tutti tengono basso, ma potrebbe affiorare nel voto segreto degli americani». Nonostante la prudenza mostrata da Rutelli nell’interpretazione dei sondaggi USA, il senatore confida che alla fine Obama riesca ad ottenere lo storico risultato. Un simile epilogo, infatti, segnerebbe «il ritorno a un'America multilaterale, rispettosa dei diritti dell'uomo, che intende la democrazia non come imposizione». Non rimane che aspettare, dunque, e vedere a quale futuro gli americani decideranno di affidarsi. Rutelli dice di attendere con «trepidante» attesa il risultato che arriverà da oltreoceano il prossimo 4 novembre, anche se, ammette, ora c’è una data più importante che aspetta il Partito Democratico. Quella del prossimo 25 ottobre.

Sabato al Circo massimo, spiega il senatore PD, il Partito democratico punterà ad affrontare il tema della crisi dei mercati e le sue conseguenze sulla vita economica delle persone. «Il primo punto all'ordine del giorno della manifestazione del PD sarà l'economia reale. Certo bisogna mettere degli argini ai disastri della finanza ma l'interesse primo è salvaguardare i salari e la vita delle famiglie». Per il presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, «Berlusconi ha sbagliato due volte: prima di tutto suggerendo di comprare alcuni titoli rispetto ad altri ed è una cosa che non si può proprio fare e in secondo luogo minacciando delle Opa che finora non si sono realizzate». La preoccupazione principale però, evidenzia l'ex vice premier, è l'economia reale e in proposito lancia un allarme in sostegno della ricerca: «Noi in Italia stiamo impoverendo sempre più questa ricchezza mentre ingegneri biologi e chimici servono in primo luogo per gli enti locali. Buttare a mare queste esperienze è profondamente sbagliato’'.

G.R.