«Criterio della residenza nei concorsi, un passo in avanti verso l'equità»
Così l’on. Davide Caparini, Presidente della Commissione per le Questioni Regionali e Capogruppo della Lega Nord in Commissione Lavoro a Montecitorio, annuncia la novità introdotta all’articolo 37 del ddl lavoro collegato alla Finanziaria
«L’accesso ai concorsi pubblici potrà avvenire anche in base alla residenza». Così l’on. Davide Caparini, Presidente della Commissione per le Questioni Regionali e Capogruppo della Lega Nord in Commissione Lavoro a Montecitorio, annuncia la novità introdotta all’articolo 37 del ddl lavoro collegato alla Finanziaria con un emendamento della Commissione che riformulava gli emendamenti Caparini, Fedriga, Munerato, Bonino.
L’emendamento approvato stabilisce che: «Il principio della parità di condizioni per l’acceso ai pubblici uffici è garantito, mediante specifiche disposizioni del bando, con riferimento al luogo di residenza dei concorrenti, quando tale requisito sia strumentale all’assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato».
«Sappiamo che troppo spesso nelle amministrazioni pubbliche accade che i vincitori di concorsi in regioni diverse da quelle di residenza chiedono il trasferimento - spiega Caparini - ed iniziano un dannoso quanto improduttivo braccio di ferro con l’ente per avvicinarsi al luogo di residenza. L’articolo 37 recante norme per la «territorializzazione delle procedure concorsuali» mira a risolvere questo problema con un intervento organico che, oltre all’introduzione del requisito della residenza nel bando di concorso pubblico, presenta altre novità come il ricorso alla mobilità per coprire il fabbisogno di personale nella pubblica amministrazione, l’obbligo di permanenza quinquennale nella sede di destinazione non derogabile dai contratti collettivi e dispone che ai fini della formazione delle graduatorie nelle procedure di progressione verticale sia considerata titolo di preferenza la permanenza nelle sedi carenti di organico».
«Anche la Corte Costituzionale si è più volte espressa in materia, molti sono gli esempi in cui, già oggi, la residenza ha svolto un ruolo nella formazione delle graduatorie - evidenzia il parlamentare del Carroccio - come in Sardegna e in Trentino Alto Adige e anche un concorso per giovani laureati residenti nelle regioni meridionali bandito dal Cnr nel 1996». Ringraziando per il contributo anche i colleghi della Commissione Affari Costituzionali Luciano Dussin, Dal Lago, Volpi, Pastore, Vanalli, il Presidente Caparini rileva che attraverso l’articolo 37 «i concorsi pubblici per le assunzioni nelle amministrazioni statali e nelle aziende autonome dovranno essere espletati, di norma, a livello regionale e si prevede la possibilità per gli uffici aventi sede regionale, compartimentale o provinciale, di bandire concorsi unici circoscrizionali per l'accesso alle varie professionalità. In particolare - conclude Caparini - si introduce l’obbligo di individuare i posti con riferimento alle sedi di servizio e, ove ciò non sia possibile, con riferimento ad ambiti regionali».
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