19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Commercio estero Italo - Cinese

Dalla Cina in Italia: legumi, pomodoro e pesce

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul commercio agroalimentare con la Cina dopo lo scandalo del latte contaminato dalla melanina

L’Italia non importa legalmente latte dalla Cina che tuttavia è il principale fornitore di pomodoro concentrato ed esporta nel territorio nazionale anche notevoli quantità di legumi ed ortaggi conservati, pesce, frutta e aglio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul commercio agroalimentare con la Cina dopo lo scandalo del latte contaminato dalla melanina con oltre 10mila bambini ancora ricoverati.

Le importazioni in Italia di prodotti agroalimentari dalla Cina nel corso del primo semestre del 2008 hanno superato - sottolinea la Coldiretti - il valore di 260 milioni di euro e riguardano principalmente ortaggi e legumi (secchi, conservati o loro preparazioni) per un valore di 88 milioni di euro tra le quali spicca il concentrato di pomodoro (29 milioni). Sulla base dei dati Istat dal gigante asiatico – continua la Coldiretti - arrivano anche pesci, crostacei e molluschi per 18 milioni, semi, sementi e piante medicinali per 14 milioni, frutta per 7 milioni, gomme, resine ed estratti vegetali per 6 milioni e aglio per un milione.

Di fronte all'estendersi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente - sostiene la Coldiretti - estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini.

Lo scandalo del latte contaminato da melamina - precisa la Coldiretti - è solo l'ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi. Nel Paese asiatico si registrato un aumento del 27 per cento delle morti per avvelenamento da cibo nel 2007, rispetto all'anno precedente e le autorità sono intervenute con il ritiro delle licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza.

La Cina è peraltro il Paese che ha ricevuto dall'Unione Europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi nel 2007. Su un totale di 2933 notifiche ben 390 - conclude la Coldiretti - sono state rivolte alla Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a materiali a contatto con gli alimenti per la migrazione, non solo di metalli pesanti, ma anche di ammine aromatiche, ftalati ed adipati. Numerosi peraltro anche i casi di presenza di residui farmaci veterinari o di micotossine.

LA CINA SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
• Ortaggi, pomodoro e legumi (secchi, conservati o loro preparazioni) 88 milioni di euro
• Pesci, crostacei e molluschi 18 milioni
• Semi, sementi e piante medicinali 14 milioni
• Frutta 7 milioni
• Gomme, resine ed estratti vegetali 6 milioni
• Aglio 1 milioni
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat nel primo semestre