Lombardo ai sindacati autonomi: «La strada dell'aggressione non porta al dialogo»
«Credo sia opportuno che chi ha lanciato la campagna denigratoria faccia un passo indietro»
«La strada dell'aggressione all'assessore al personale, che sembra il percorso scelto da taluni sindacati, non porta certamente alla costruzione di quel rapporto di collaborazione che i segretari delle stesse organizzazioni avevano chiesto al Presidente della regione qualche giorno fa».
Da Palazzo d'Orleans, Raffaele Lombardo commenta senza perifrasi la situazione che si sta delineando: le organizzazioni sindacali autonome per un verso chiedono maggior rispetto e considerazione per il loro ruolo, dall'altro aggrediscono l'assessore alla presidenza a cui sono affidate deleghe e funzioni estremamente delicate.
«Ho incontrato alcuni esponenti sindacali dei dipendenti regionali. Lamentavano la carenza di dialogo proprio con l'assessore alla presidenza. Noto con sorpresa che hanno scelto il metodo dell'aggressione personale per aprire una nuova fase. Ma si tratta di una strada che non è prodiga di grandi risultati. Credo sia opportuno che chi ha lanciato la campagna denigratoria faccia un passo indietro e chieda scusa, per lasciare al sindacato la possibilità di attivare un dialogo sereno nell'interesse dei lavoratori».
«Intanto il governo regionale siciliano, come ogni governo di qualsiasi colore politico, a livello, comunale, provinciale, regionale e statale, ha ‘diritto e facoltà’ di affidare incarichi a persone esterne alla pubblica amministrazione, fondando – a tempo determinato – il rapporto su elementi, soggettivi, di fiducia e affidabilità. Esattamente il contrario del sistema del bando di evidenza pubblica invocato da questi sindacalisti siciliani che, non solo non è previsto da alcuna norma, ma vanificherebbe il senso stesso della legge che permette l'instaurarsi dei rapporti fiduciari.
«Se si dovesse bandire un concorso per reclutare gli addetti ai gabinetti o alle segreterie, si aggiungerebbero – in quel caso certamente sì – funzionari superflui a un organico già ricco delle stesse figure professionali.
«L'ordinamento prevede invece che a questi uffici di diretta collaborazione, sia possibile adibire, un limitato numero di professionisti esterni per periodi di tempo limitati, sulla base del semplice rapporto di fiducia con il titolare della funzione».
«I casi ‘rimproverati’ all'assessore Giovanni Ilarda sono due ‘bucce di banana’ su cui è già scivolata la credibilità di chi li ha sollevati: la figlia Giuliana ha iniziato a collaborare con l'amministrazione regionale nel 2006, riscuotendo consensi professionali e tecnici ben prima che il padre decidesse di occuparsi di politica o entrasse a far parte del governo regionale».
«Nel caso di Decio Terrana, invece, che tra le sue colpe annovera quella di essere stato eletto deputato regionale nella scorsa legislatura, vale la pena segnalare che il suo contratto è stato possibile alla luce di un parere reso dall'ufficio legislativo e legale della Regione».
«A conferma che il governo, anche su questo piano, si muove con attenzione e delicatezza istituzionale. Una delicatezza e uno stile che ci auguriamo possa essere contagioso nei confronti di chi oggi ci critica».
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