Contributo UIL al convegno manifestazione Mediacoop
Nella convinzione che ledere il diritto soggettivo dei giornali al godimento dei contributi pubblici all’editoria significhi ledere il diritto stesso all’informazione
La segreteria nazionale della UIL aderisce all’iniziativa di Mediacoop, nella convinzione che ledere il diritto soggettivo dei giornali al godimento dei contributi pubblici all’editoria significhi ledere il diritto stesso all’informazione. La UIL, tramite il suo Segretario Confederale Paolo Pirani, esprime profonda vicinanza all’iniziativa di Mediacoop e intende inoltre dare massimo risalto alle problematiche connesse al taglio dei finanziamenti pubblici all’editoria in attuazione dell’articolo 44 del decreto legge 112. Problematiche che colpiscono direttamente i lavoratori del settore delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione, ma anche la società civile con una drastica restrizione della pluralità dell’informazione.
Se da un lato riteniamo utile e necessaria una riforma del sistema dell’editoria italiana, per evitare fenomeni quali i giornali cosiddetti «fantasma» (non presenti nelle edicole) o il meccanismo delle vendite in «blocco», dall’altro riteniamo altrettanto utile e necessario identificare un modello innovativo che permetta, tramite un riordino del criterio di erogazione dei contributi pubblici all’editoria, un moderno sistema pluralista, democratico e di qualità.
Non è pensabile condizionare il mondo della comunicazione alla ragione dell’introito pubblicitario: l’equiparare la comunicazione ad un merce porterebbe sicuro deperimento al sistema paese. Lo schema di regolamento di attuazione dell’articolo 44 del decreto legge 112 dovrà definire criteri d’erogazione certa, non passibili della volontà ultima dell’esecutivo, quindi della politica. Il percorso necessario per riformare una realtà delicata, centrale e vitale come quella della «comunicazione» è senz’altro quello maggiormente democratico, quindi parlamentare, dove tutti siano rappresentati.
Il rischio che ravvediamo nell’attuale operare è quello di un repentino passaggio che ci traghetti da un sistema a maglie larghe, che permetteva elusioni ed abusi, ad un sistema a maglie strette, che non permetta però la sopravvivenza anche alle molte realtà che sono patrimonio e valore per il nostro paese.