19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Parco dell’Alta Murgia

Domani sit in degli imprenditori della Coldiretti Bari contro l’ente di gestione

Protestano i cerealicoltori già in forte difficoltà per i prezzi del grano e le importazioni massicce di prodotto dall’estero

Ennesimo momento di tensione tra gli imprenditori agricoli e l’Ente di gestione del Parco dell’Alta Murgia. Domani sit in di protesta contro quello che da opportunità sta assumendo la connotazione di un vincolo per l’economia agricola locale. «Le ragioni dello scontro – spiega il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni – vanno rinvenute nella decisione dell’Ente Parco di vietare – nonostante le disposizioni della Regione Puglia – la bruciatura delle stoppie.

E’ utile spiegare all’opinione pubblica che la bruciatura delle stoppie non ha nulla a che vedere con i fuochi all’aperto, piuttosto è una pratica agronomica, consentita dalla Legge, che avviene secondo precisi e rigorosi parametri. Si tratta di fatto dell’ennesimo vincolo ai danni degli imprenditori agricoli di un’area a forte vocazione cerealicola che già sta subendo le ripercussioni gravi della diminuzione dei prezzi del grano – a cui, però, non corrisponde un adeguato ridimensionamento dei costi di pane e pasta – e di importazioni massicce di grano proveniente dall’estero».

Per la Coldiretti di Bari è fondamentale che vengano individuati i corretti equilibri che consentono, al contempo, di migliorare la salubrità della vita e dell’ambiente, evitando di imporre vincoli e limitazioni a ‘chi è dentro l’area protetta’, considerato che all’agricoltura va già riconosciuto il carattere della multifunzionalità che riguarda, oltre l’aspetto produttivo, anche quello di tutela ambientale e paesaggistica e promozione turistico-ricreativa.

«Il Parco dell’Alta Murgia potrebbe costituire – incalza il Direttore della Coldiretti di Bari, Francesco Cosentini - una reale opportunità di crescita e sviluppo per l’intera zona, se l’intera programmazione delle attività fosse concepita con il pieno coinvolgimento dei settori produttivi territoriali, per non rischiare di trasformare il Parco da opportunità in un freno ed un vincolo allo sviluppo delle attività produttive e dell’economia della Murgia. Gli imprenditori cerealicoli stanno già vivendo un momento di difficoltà per l’arrivo nei porti pugliesi di massicce quantità di grano, di cui non si conosce la destinazione finale». Eppure La Puglia è la regione leader in Italia per la produzione di grano duro con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e da sola rappresenta ¼ dell’intera Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) regionale ed oltre il 60% della produzione regionale si concentra nelle province di Foggia e Bari, specialmente, in zone agrarie quali il tavoliere di Foggia e la pianura della Capitanata meridionale, ed in provincia di Bari, la fossa premurgiana. Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Canada, Bangladesh ….per produrre pasta «Made in Italy» senza che sia indicato in etichetta