5 maggio 2024
Aggiornato 14:30
A Torino il IV forum: «L'impresa di un'economia diversa»

Sbilanciamoci! 100 proposte per un «programma minimo»

di Giulio Marcon, portavoce campagna Sbilanciamoci!

Il forum di Sbilanciamoci che si è aperto ieri a Mirafiori è un'occasione di confronto e di riflessione dei movimenti sull'agenda politica, economica e sociale per i prossimi mesi. Il tema centrale di quest'anno è quello del lavoro, di un «bel lavoro» fondato sulla sicurezza, i diritti, la dignità. A maggior ragione dopo un anno di continui incidenti e morti sul lavoro e dopo i provvedimenti del governo Berlusconi che depotenziano le norme sulla sicurezza (sul lavoro) e aumentano la precarietà.

Dopo la sconfitta delle elezioni e la frantumazione impotente del blocco democratico e di sinistra -che di questi movimenti dovrebbe essere naturale sponda ed interlocutore- è urgente rifare il punto sugli obiettivi comuni, le strategie, le priorità da rideclinare nel contesto della situazione politica attuale. Ci troviamo davanti, questa volta a rischi enormi: la distruzione del sistema pubblico dell'istruzione, la deriva poliziesca e securitaria delle libertà civili e della cittadinanza, la declinazione compassionevole del welfare, un'ulteriore accentuazione della precarietà del lavoro, l'avventura nucleare e la devastazione dell'ambiente. E altro ancora.

L'Italia in questo modo è condotta alla rovina e al degrado. E di fronte a questo scenario così drammatico l'opposizione politica è debolissima e la mobilitazione sociale assolutamente insufficiente. E' importante ridisegnare l'idea di un nuovo modello di sviluppo e di società che, a Torino, la campagna Sbilanciamoci vuole contribuire a costruire con la presentazione di 100 proposte/schede di obiettivi ed impegni per un'Italia capace di futuro. 100 proposte per un «programma minimo» sul quale si spera si possa aprire un confronto tra movimenti, associazioni, partiti e sindacati con un patto per il cambiamento del paese. Si tratta di proposte concrete e specifiche, che si possono realizzare, su cui ciascuno si può impegnare ( www.sbilanciamoci.org ).

E naturalmente sulle quali si possono avere opinioni diverse, a partire dall'idea di modello di sviluppo che si vuole per il Paese. Per noi è importante più che il feticcio della crescita economica in sé la qualità sociale (con le sue caratteristiche redistributive di eguaglianze e giustizia) e la sostenibilità ambientale di questa crescita a favore di un paradigma diverso dello sviluppo. Serve perciò un nuovo ruolo dello spazio e delle politiche pubbliche. E per fare le politiche servono risorse, tagliando dove non serve spendere (riducendo ad esempio la spesa militare) e trovandone delle nuove. E contro la marea anti-tasse che (anche con la compiacenza del centro sinistra) è montata in questi anni Sbilanciamoci oppone una visione opposta di legalità e giustizia fiscale..

Ecco perché contro chi ancora oggi pensa ad un no tax day noi proponiamo di organizzare nei prossimi mesi un Tax Justice Day: per far pagare le tasse a tutti e far pagare di più a chi più ha, a partire dai possessori delle rendite finanziarie. Gli ultimi mesi sono stati dominati da dinamiche politiciste e di posizionamenti - e di conflitti - dentro gli equilibri e le compatibilità del sistema politico attuale. La società civile (e i movimenti) è stata assente in questa fase e questo anche per le sue difficoltà a percorrere la strada dell'auto-organizzazione e della mobilitazione dopo i due anni del governo Prodi.

E' ora di riprendere la parola e di rimettersi in cammino in nome di quella «autonomia politica del sociale», che in questi anni anche Sbilanciamoci ha cercato in qualche modo di rappresentare. Non per una inutile autosufficienza che porta alla separazione dalla politica, ma per dare forza all'idea di un nuovo spazio pubblico della politica - plurale e partecipato - che sia in grado di dare forza e voce alle diverse forme di protagonismo sociale e di democrazia.

Tutti hanno il compito di superare frammentazione e divisioni: movimenti e politica organizzata. Solo così possiamo dare forza alle speranze di un cambiamento del paese. Le 100 proposte per un'Italia capace di futuro sono dunque un terreno di mobilitazione concreta, ma anche la proposta più complessiva di un patto di unità d'azione per una mobilitazione per il cambiamento. Contro ogni collateralismo e ogni visione antiquata del rapporto tra partiti (che farebbero la sintesi) e movimenti (rappresentanti delle parzialità) si tratta di ricostruire un rapporto di pari dignità tra le diverse forme della politica e della democrazia: ciascuna portatrice di una visione generale e del bene comune. La questione principale oggi -al di là delle singole proposte- è proprio quella di un lavoro comune (politica, movimenti, esperienze locali di democrazia dal basso, ecc.) per un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla coscienza del limite e sulla sobrietà, sulla qualità dei consumi e la redistribuzione della ricchezza, sulla qualità sociale e la sostenibilità ambientale. E' questa la sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme..