28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Confcommercio su inflazione e vendite al dettaglio

La crescita zero è l’emergenza del Paese

Si aggrava la crisi dei consumi e non si esaurisce la fiammata inflazionistica. La distribuzione continua ad “assorbire” l’aumento dei prezzi alla produzione

La contenuta variazione congiunturale (+0,1%) registrata dai prezzi al consumo ad agosto, imputabile in larga parte al ridimensionamento rilevato dai prezzi dei carburanti, difficilmente potrà favorire il rientro dell’inflazione entro fine anno sotto il 3,5%: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio al dato diffuso oggi dall’Istat.

Permangono, infatti, - precisa la nota - forti tensioni in alcuni segmenti dell’alimentare (soprattutto per i prodotti trasformati che scontano gli effetti di incrementi superiori al 10% registrati dalla produzione industriale nel primo semestre) e nei comparti del trasporto e dell’energia che risentono dei sensibili aumenti riscontrati nei mesi precedenti dal petrolio che continua, peraltro, a rappresentare un incognita anche nel breve periodo.

Va, comunque, sottolineato come gli aumenti dei prezzi al consumo continuino ad evidenziare una evoluzione meno sostenuta rispetto a quanto registrato alla produzione (+4,0% a fronte dell’8,3%) in considerazione degli sforzi messi in atto dalla distribuzione commerciale per non comprimere ulteriormente la domanda delle famiglie.

Una domanda che – conclude la nota -, come indica il dato di oggi dell’Istat sull’andamento delle vendite al dettaglio e come già anticipato in questi mesi dall’Indicatore dei Consumi di Confcommercio, attraversa una fase di vera e propria crisi. Infatti, la contrazione dei consumi interessa ormai in modo diffuso sul territorio ed in misura sensibile sia tutti i segmenti della domanda delle famiglie che le diverse tipologie distributive ed allontana le prospettive di ripresa dell’economia.