Cisl-pensionati critica la stretta sugli assegni sociali
«Il problema è l'allungamento del requisito della residenza nonché della clausola della continuità del lavoro coperto da contribuzione nel territorio nazionale»
La stretta sugli assegni sociali contenuta nella manovra economica viene criticata dalla Cisl-pensionati. «E un cane che morde chi è già lacero - dice Mimmo Minardi della segreteria nazionale Fnp. «Non si tratta -continua il sindacalista - dei requisiti di età o di reddito, che erano condizioni preesistenti, ma dell'allungamento del requisito della residenza, che viene elevato da 5 a 10 anni, nonché della clausola della continuità del lavoro coperto da contribuzione nel territorio nazionale.
E in quel 'continuativo' è contenuta la beffa di lavori sempre più precari che, ad litteram, finiranno per non precostituire requisito per la prestazione. In definitiva -dice ancora Minardi- collegare il diritto a questa prestazione all'aver svolto una attività lavorativa e all'aver versato contributi previdenziali, vuol dire snaturare lo spirito stesso dell'assegno sociale e scardinare uno degli strumenti pensati dal nostro sistema di welfare per far fronte alle situazioni di povertà estrema tra le persone anziane, in particolare le donne pensionate casalinghe, che hanno dedicato la loro vita alla famiglia e alla cura dei figli e dei nipoti. Per questo il nostro sindacato si sta attivando affinché la norma venga modificata ripristinando le precedenti condizioni e la natura assistenziale dell'assegno sociale».
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