19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Banche

Gruppo Sella, nel primo trimestre 2018 utile netto di 8,4 milioni di euro

Confermata la solidità del gruppo: crescono impieghi, raccolta e investimenti nel fintech. Migliora ulteriormente la qualità del credito

BIELLA - Il Gruppo Sella ha chiuso il primo trimestre del 2018 confermando la solida posizione patrimoniale, la crescita della raccolta e l’incremento del credito a famiglie e imprese. Il Gruppo, inoltre, ha proseguito il proprio programma di crescita e investimenti nei principali settori di business e in particolare nel fintech.
Nel corso del primo trimestre del 2018, infatti, è stata perfezionata l’acquisizione del ramo italiano di Wealth Management di Schroders Italia da parte di Banca Patrimoni Sella & C., sono stati siglati accordi internazionali nei sistemi di pagamento e nell’e-commerce con i gruppi asiatici UnionPay e Alipay, è stata incrementata l’operatività dell’open banking platform ed è stata aperta la nuova sede del polo di innovazione per le imprese SellaLab a Salerno. È proseguita in maniera esponenziale la crescita di Hype, l’app per la gestione del denaro e pagamenti via smartphone, che tra dicembre e aprile ha raddoppiato i clienti passando da circa 100.000 a oltre 200.000, con un tasso di crescita mensile del 25%.
I risultati del primo trimestre 2018 tengono conto dell’applicazione del nuovo principio contabile internazionale IFRS 9 e pertanto non sono direttamente confrontabili con quelli dello scorso esercizio. Al fine di consentire una comparazione i dati al 31 marzo 2017 e al 31 marzo 2018 sono esposti in versione riclassificata mantenendo, per i due periodi, i rispettivi principi contabili applicati.

Utile netto - Il bilancio consolidato del primo trimestre si è chiuso con un utile netto di 8,4 milioni di euro. Senza considerare la componente straordinaria derivante dalla cessione della partecipazione in Banque Martin Maurel Sella il risultato sarebbe stato di 6,9 milioni di euro. Nello stesso periodo dello scorso anno l’utile netto era stato di 34,2 milioni di euro, sul quale aveva inciso la componente straordinaria derivante dalla cessione della partecipazione in Compagnie Financière Martin Maurel, senza considerare la quale il risultato era stato di 9,1 milioni di euro.

Raccolta e impieghi - In crescita la raccolta, rispetto alla fine dell’anno precedente, a testimonianza della fiducia da parte dei clienti. La raccolta globale al valore di mercato e al netto dei Pronti contro termine è cresciuta di 1,1 miliardi di euro, attestandosi a 36,4 miliardi di euro (+3,1%). La raccolta netta da clientela è cresciuta di 1,35 miliardi di euro. La raccolta diretta comprensiva dei Pct è cresciuta di 1,7 miliardi di euro, attestandosi a 12,8 miliardi di euro (+15,9%).
In crescita anche gli impieghi che sono aumentati del 7,7%, rispetto alla fine dell’anno precedente, attestandosi a 8,6 miliardi di euro, tenendo conto degli effetti della prima applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9. Senza tali effetti la crescita degli impieghi sarebbe stata pari al 9,5%. Gli impieghi al netto dei Pronti contro termine, rispetto alla fine dell’anno precedente, si sono attestati a 8,1 miliardi di euro con una crescita del 2,1%.

Qualità del credito - È ulteriormente migliorata la qualità del credito. Le rettifiche di valore nette sono migliorate, diminuendo del 29,1% scendendo a 9,7 milioni di euro dai 13,6 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Il rapporto su base annua tra le rettifiche e il totale degli impieghi al netto dei Pronti contro termine è sceso allo 0,5% rispetto allo 0,6% di fine dell’anno precedente.
Ulteriormente incrementati i tassi di copertura. Il tasso di copertura dei crediti deteriorati è migliorato salendo al 56,3% (era 49,8% a fine 2017), contro una media del settore pari al 52,7% (al 31 dicembre 2017, ultimo dato disponibile). Il tasso di copertura sulle sole sofferenze è salito al 67,2% (era 59,8% a fine 2017), contro una media del settore pari al 64,4% (al 31 dicembre 2017, ultimo dato disponibile). L’incidenza dei crediti deteriorati netti sugli impieghi netti è stata del 5,4%, ulteriormente migliorata rispetto al 6,4% di fine 2017, contro una media del settore pari al 7,5% (al 31 dicembre 2017, ultimo dato disponibile).

Texas Ratio - L’indice Texas Ratio del Gruppo Sella si è confermato tra i migliori del settore bancario italiano, attestandosi al 65,7%, in leggero miglioramento rispetto al 66,1% di fine 2017.

Ricavi e margini - Positivo l’andamento dei ricavi netti da servizi, che registrano una crescita del 4,4% a 76 milioni di euro contro i 72,8 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente, grazie ai risultati positivi ottenuti nei principali settori di business del Gruppo, tra cui il risparmio gestito e i sistemi di pagamento. Il margine di intermediazione è leggermente diminuito a 128,9 milioni di euro contro i 131,7 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente (-2,1%), mentre il margine di interesse è diminuito del 10,1% (52,9 milioni di euro contro i 58,9 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente), principalmente a causa dei bassi tassi di interesse. I costi operativi sono aumentati del 7,2%, in particolare per l’incidenza degli investimenti effettuati dal Gruppo già a partire dal 2017.

Solidità - Nel corso del primo trimestre 2018 tutti i coefficienti di solidità patrimoniale si sono confermati ampiamente superiori alle soglie minime richieste. Il Cet1 del Gruppo Sella è risultato pari all’11,49% (era 12,23% a fine 2017) e il Total Capital Ratio al 13,48% (era 14,47% a fine 2017), con una flessione dovuta principalmente alla crescita degli impieghi. In entrambi i casi gli indici sono ampiamente superiori alle soglie del processo di revisione prudenziale SREP, rispettivamente pari al 6,625% e al 10,375%.
Tra le principali società del Gruppo, il Cet1 di Banca Sella è al 14,58% (era 15,10% a fine 2017) e il Total Capital Ratio è al 18,64% (era 19,50% a fine 2017); il Cet1 di Banca Patrimoni Sella & C. è risultato pari al 13,41% (era 14% a fine 2017) e il Total Capital Ratio al 13,41% (era 14%).
I coefficienti sono stati calcolati tenendo conto del regime transitorio consentito in sede di prima applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9.
Particolarmente positivi anche gli indicatori relativi alla liquidità del Gruppo: l’indice LCR è pari a 174,4% (il limite minimo richiesto a partire dal 2018 è pari al 100%), mentre l’indice NSFR è pari a 131% (l’indice è in vigore da inizio 2018 e il limite minimo è pari a 100%).