19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
L'indagine

Artigiani: tempi di pagamento e accesso al credito sono le maggiori criticità

Il presidente Tilatti: "Di positivo c'è l'aumento dell'occupazione specie dei dipendenti"

UDINE - Il problema più sentito dagli artigiani della provincia di Udine è legato al credito. Il 38% delle 600 imprese intervistate nell’ambito della XXVII indagine congiunturale, presentata stamattina nella sede di Confartigianato-Imprese Udine, dichiara d’avere difficoltà di accesso al credito. Più o meno marcate. L’11,8% dichiara di trovare abbastanza difficile ottenere prestiti bancari, il 9,4% molto difficile, il 16,5% confessa d’aver addirittura rinunciato a chiedere denaro alle banche.

Ottenere prestiti è ancora difficoltoso

«Dopo le grandi trasformazioni bancarie e l’introduzione di nuovi parametri per l’accesso al credito, la strada per ottenere prestiti dagli istituti è tornata in salita per le piccole e piccolissime imprese - ha esordito il presidente provinciale di Confartigianato, Graziano Tilatti, commentando i risultati del report -. E’ un dato che ci allarma, ancor più associato all’altra criticità che emerge con forza dall’indagine e che si lega ai tempi di pagamento delle imprese. Sempre più lunghi. Lo segnala ben il 51% delle imprese che abbiamo intervistato. Significa che una su due deve aspettare a lungo prima di incassare. D’altro canto - prosegue Tilatti - registriamo un positivo aumento della fiducia degli artigiani nella propria impresa e un nuovo passo avanti dell’occupazione che vede aumentare ancora la componente dipendente, segno che le aziende sono tornate ad assumere».

Tilatti invita a guardare avanti

Il quadro che emerge dall’indagine, realizzata dall’ufficio studi dell’associazione sulla base di 600 interviste ad altrettante aziende effettuate dall’Irtef di Udine, consegna dunque un panorama in chiaro scuro. Cosa ci vorrebbe per far ripartire l’economia? Tilatti ha le idee chiare: «Più potere d’acquisto ai lavoratori e più serenità agli imprenditori. Basterebbe questo a garantire la ripresa nella nostra regione e nel Paese. Noi - ha concluso il presidente - guardiamo comunque avanti, preoccupandoci poco di indicatori, statistiche, previsioni. Da dieci anni a questa parte siamo abituati a portare la nave in porto nonostante le burrasche. Continueremo a farlo».
Nel primo semestre 2019 prevalgono le imprese con fatturato in calo. Il saldo d’opinione, differenza tra quelle che dichiarano fatturato in crescita e in diminuzione, è infatti negativo, pari a -1,7%. Segue un biennio di saldi positivi: +0,7% nel primo semestre del 2017, ben +6,1% nel primo semestre dell’anno scorso. Vi sono ampie variazioni tra macrosettori con un saldo d’opinione ampiamente positivo per i servizi (+10,5%) al contrario delle costruzioni (-9,9%). Passando alle zone vanno meglio Basso Friuli e Udine, peggio Alto Friuli, Friuli Occidentale e Orientale.
Resta positiva la fiducia nella competitività della propria impresa. Su un massimo di dieci la media è di 7,27, mentre bassa - sotto la sufficienza - resta la fiducia nel Paese, pari a 4,71. Come detto, cresce l’occupazione: +0,3% degli addetti. In particolare aumenta dello 0,5% la componente dipendente.

I numeri dell'indagine

Tra le criticità segnalate dagli intervistati ai primi tre posti figurano l’allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti (lo segnala il 51% degli intervistati), la crescita dei prezzi praticati dai fornitori (47,7%) e la mancanza di capitali per investimenti (40,9%). I tempi più lunghi per l’incasso delle fatture riguardano il macrosettore delle costruzioni, ma investono anche manifatture (43,3%) e servizi (41,7%). Un cenno infine all’indebitamento. L’andamento è simile al semestre precedente: il 41,7% degli artigiani ha un debito verso le banche, che nel 21% dei casi è medio-alto. Dal 2018 in avanti sono tornare a crescere le richieste di fido, fino al 17,8% di questo primo semestre. All’aumento delle richieste non è corrisposto però un aumento delle pratiche accolte che anzi sono diminuite d inizio 2018 di ben 10 punti percentuali. Quantomeno quelle accolte nell’interezza: erano il 76,8% a gennaio dell’anno scorso, sono passate questo mese di luglio al 75%.