Il jazz esoterico dei Pericopes+1 dal vivo in Fvg
L’intesa nel trio è stata palpabile in stacchi micidiali e cambi di ritmo di indubbio effetto scenico oltre che armonico
CIVIDALE DEL FRIULI - Ultima tappa del tour in regione all’Arsenale di Cividale del Friuli, giovedì 28 marzo in direzione tramonto si erge la meravigliosa porta dell’arsenale, una delle cartoline più fotografate di tutta Cividale, ponte del Diavolo escluso e concessione che la medievalista Forum Julii fa a la Serenissima. Proprio sotto la porta si trova l’Arsenale Jazz House, la casa del jazz (e della buona musica) che negli ultimi anni ha visto sfilare i migliori strumentisti in materia provenienti dal triveneto con ampio respiro internazionale. E’ qui che i Pericopes+1 chiudono il mini tour in Fvg, dopo esser stati in Germania e prima di proseguire per Siena e Milano.
L'evento
Sala evidentemente piena, a rimando dei recenti successi in quel di Trieste ed Oblizza, si parte alle 21.30 con 'La rentrée', pezzo che racchiude in sé la cifra stilistica della band. Emi Vernizzi, da Parma con chiodo ed occhiali azzurri pusher-di-Detroit-style, dialoga amabilmente con il socio e cofondatore Alessandro Sgobbio: sax e piano elettrico, domande e risposte, con il tipico fender-rhodes sound. Acustica invidiabile per un locale, con tanto legno ed una colonna che taglia un jazz piacione che strizza l’occhio a ritmiche funky da sountrack di poliziottesca memoria seventies. Gran classe. +1 si diceva. Si perchè al progetto originale si aggiunge Mr Nick Wight, from NYC; occhiali da sole, sorriso di chi ha calcato i palcoscenici di mezzo mondo, suona come se il caso non fosse suo e ritmicamente è una macchina. L’intesa nel trio è palpabile in stacchi micidiali e cambi di ritmo di indubbio effetto scenico oltre che armonico.
I brani
Tre musicisti, un’unica visione musicale. Non è certo un caso se questi baldi giovani si sono aggiudicati di recente il primo premio assoluto del contest di Umbria Jazz e del Padova Carrarese, presieduto questo da un certo Paolo Fresu. No, quello dei P+1 non è sicuramente una jazz provinciale, se mai potesse esistere un jazz provinciale. Strutturalmente poliglotta, viaggia dagli States a Venezia con tanta Parigi in valigia, da cui citazioni su Edith Piaf: Alessandro Sgobbio tradisce il piano elettrico con quello classico, a muro, un piano che ne ha viste tante, con i martelletti in bella vista: 'Wie die Blumen', uno dei pezzi più coinvolgenti dove il sosia di Brad Pitt offre il meglio di sé. Inno alla primavera. Giri di piano remembering il primo Robert Glasper fungono da red carpet ad una linea melodica del sax ben definita, riconoscibile, pulita. Una musica descrittiva, a tratti cinematica. Ma soprattutto esoterica, nelle intenzioni e nello sviluppo. Colonne sonore per film ancora privi di sceneggiatura e una versione pinkfloydiana de 'La danza di Kuwa' che non mi esce più dalla testa (anche perchè concomitante il giorno del venticinquesimo compleanno di 'The Division Bell'). Capolavoro. Momenti conviviali tra i brani e alla fine della performance. Il trio non disdegna apprezzamento per il tour enologico che l’ospitalità cividalese ha proposto loro nel meriggio. Da qui nasce un brano del Cinquecento spumantizzato che è delizia doc per l’udito più raffinato.
Il post concerto
Nel post concerto c’è spazio per i convenevoli di rito, merchandising e un ultimo buon (anzi ottimo!) calice e nel mentre mi raccontano delle registrazioni dei loro ultimi album eseguite presso il 'mago' del suono - Stefano Amerio from Cavalicco - altra eccellenza del Friuli nel mondo e delle prossime date di ritorno nella nostra regione in estate, dove saranno ancora una volta i benvenuti. Pericopes+1, segnateveli, li sentiremo ancora e spesso nominare!
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