La confessione di Battisti: per il sindaco Fontanini arriva troppo tardi
Critici anche Shaurli e Serracchiani, convinto che l'ex terrorista avrebbe potuto fare un gesto durante la latitanza
UDINE - «Il terrorista dei Pac Cesare Battisti ha confessato con quarant’anni di ritardo l’omicidio di quattro persone, tra le quali il maresciallo Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978». Sono le parole con cui il sindaco del capoluogo friulano, Pietro Fontanini, ha voluto commentare la notizia dell'ammissione di colpa dell'ex terrorista che uccise anche a Udine.
«Nemmeno una città apparentemente tranquilla come Udine, impegnata nella delicata fase di ricostruzione successiva al sisma del maggio 1976, è stata risparmiata dalla devastante follia ideologica di matrice comunista che ha insanguinato gli anni Settanta. La comunità udinese, in quel giungo del 1978, è stata catapultata suo malgrado sotto i riflettori delle cronache nazionali ma ha saputo anche in quel caso rimanere unita, composta, ferma nella sua volontà di andare avanti. Ora non c’è che da augurarsi che Cesare Battisti paghi fino all’ultimo giorno, perché le scuse tardive, dopo quarant’anni di esilio dorato, non bastano, anzi, sembrano una beffa nei confronti dei parenti delle vittime che meritano una giustizia completa», conclude il sindaco.
Critici anche Serracchiani e Shaurli
«Battisti ha avuto decenni per meditare sulle vite che ha spezzato e per scusarsi con i familiari. Avrebbe potuto fare un gesto durante la sua latitanza ma ha preferito esibire il sorriso dell'impunito: adesso è fuori tempo massimo». E' il commento della deputata Debora Serracchiani (Pd). Per la parlamentare dem «anche un assassino come Battisti, alla fine, appare piccolo davanti alle Istituzioni che ha deriso. L'ultima parola va alla forza della legge cui finalmente è affidato e da cui confido non riuscirà più a svincolarsi».
Critico anche il segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli: «Oggi Cesare Battisti ha confessato di aver commesso quattro omicidi, compreso quello a Udine del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro. Colpisce come un assassino, dopo aver negato per anni, chieda scusa ai familiari delle sue vittime solo dopo essere stato catturato. Non ci sono distinzioni su questo: la condanna morale è già senza appello, al resto ci pensa la giustizia».
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