23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
venerdì 15 settembre

Pordenonelegge: l'annuncio di due giornali fatti dai carcerati

Arrivano i detenuti giornalisti: lo scrittore Pino Roveredo, Premio Campiello e Garante dei detenuti Fvg, annuncia la pubblicazione di due giornali fatti da chi abita nelle carceri di Tolmezzo (massima sicurezza) e di Trieste: 'L'aquilone' e 'Via Nizza 26' usciranno dal mese di ottobre , per creare un ponte fra chi sta dentro e fuori le carceri

PORDENONE - «Il 70% dei detenuti tornerà a delinquere. Perché? La politica preferisce essere dalla parte forcaiola che dalla parte dei cittadini» Parola di Pino Roveredo, lo scrittore Premio Campiello che venerdì 15 settembre a pordenonelegge 2017 presenta in anteprima il suo nuovo libro, 'Ferro batte ferro' (Bottega Errante edizioni), un appassionato incrocio fra pamphlet e testimonianza, fra racconto e autobiografia. Già, perché Roveredo è stato a sua volta un detenuto, parecchi decenni fa, dopo una serata brava giovanile. E della sua esperienza oggi dice: «Al mio lontano periodo di carcere non devo nemmeno mezzo passo di vita in avanti, semmai ha aumentato le mie capriole in salita. La funzione rieducativa del carcere è un miraggio che si trova solo nelle leggi, ma che non ha alcuna attualità. Non esistono programmi di recupero, l’emergenza è costante nelle carceri e ci sono direttori che devono occuparsi di più case circondariali per la vacatio dei colleghi. Mancano gli agenti penitenziari e il livello dei suicidi aumenta costantemente. Ci sono solo i radicali, capostipiti di questa causa,  in Italia, da Pannella a Rita Bernardini. Ma da soli non possono farcela».

I due giornali
Una buona notizia c’è e Pimo Roveredo la dà in anteprima a pordenonelegge: «la scrittura è salvifica in carcere, così come la lettura – spiega – io mi sono salvato così: inziando a leggere 'Cronache di poveri amanti' e adesso nelle bioblioteche dei carceri ci sono i miei libri. Ma dal mese prossimo ci saranno anche due giornali: nel carcere di massima sicurezza di Tomezzo e in quello di Trieste abbiamo attivato due redazioni fatte di detenuti. Il mese prossimo, in ottobre, usciranno due giornali con articoli scritti da loro: 'L’aquilone', a Tolmezzo, e 'Via Nizza 26', a Trieste. Perché via Nizza? E’ un indirizzo – pseudonimo: alle poste di Trieste lo sanno tutti, le lettere per via Nizza vanno portate in carcere, un modo per schermare  la privacy di chi abita lì».