2 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Il commento

Nadia è morta e il suo assassino se ne torna a casa

Mazzega è malato? Bene, si curi in carcere. E' pentito? Bene, rifletta sul suo folle gesto in carcere. Faccia tutto ciò che vuole, ma in carcere. Questa storia dimostra che uccidendo una persona, a un mese di distanza, si può far ritorno a casa….allucinante!

DIGNANO – La sensazione che qualcosa non funzioni, nel sistema giudiziario italiano, l’hanno avuta un po’ tutti quando si è diffusa la notizia che Francesco Mazzega, l’assassino di Nadia Orlando, è stato scarcerato. In attesa del processo, il 36enne di Muzzana potrà 'godere' degli arresti domiciliari nella casa dei suoi genitori. A un mese di distanza dall'uccisione della 21enne, anzi dal soffocamento della sua fidanzata Nadia, Francesco, omicida reo confesso, esce dal carcere per tornarsene a casa, tra i suoi affetti. Qualcosa non va.

E’ stata fin troppo pacata la reazione dei genitori della 21enne di Vidulis di Dignano alla notizia della scarcerazione, accolta come «un pugno nello stomaco». Parole di grande dolore quelle dei parenti più stretti della giovane, affidate a una nota diffusa dall’avvocato Fabio Gasparin: «Mai la famiglia si sarebbe aspettata che a distanza di neanche un mese dalla barbara uccisione della loro figlia i giudici potessero concedere all’assassino un simile beneficio – si legge nel documento–. Lo stato d’animo che li pervade in queste ore è quello di rabbia e sgomento. Ma non di rassegnazione. I genitori e il fratello di Nadia continuano ad avere fiducia nella giustizia nonostante questa inspiegabile decisione. Ciò nella speranza e nella convinzione che al termine dell’iter giudiziario ci possa essere una giusta pena nei confronti di un soggetto che con un gesto orrendo e vigliacco ha ucciso Nadia e, di conseguenza, una famiglia e un’intera comunità». Il capo della Procura di Udine, Antonio De Nicolo, ha già annunciato il ricorso alla Cassazione.

Qualcosa non va, si diceva. Perché non è possibile scarcerare un omicida per il suo disagio psicologico. Questa almeno la motivazione addotta dai giudici del Tribunale del Riesame di Trieste per motivare il provvedimento. E di certo la scelta di dotarlo di un braccialetto elettronico non pare una restrizione tale da limitarne la libertà di movimento in casa sua. Il sistema fa acqua da tutte le parti. Perché se uno sbaglia, ci hanno insegnato fin da bambini, deve pagare. E maggiore è lo sbaglio, maggiori saranno le conseguenze. Mazzega è malato? Bene, si curi in carcere. E' pentito? Bene, rifletta sul suo folle gesto in carcere. Faccia tutto ciò che vuole, ma in carcere. Questa storia dimostra che uccidendo una persona, a un mese di distanza, si può far ritorno a casa….allucinante! Certo, si dirà, la legge è legge...ma ci vogliono pure il buon senso e il rispetto!