5 maggio 2024
Aggiornato 17:30
Originario di Muggia

Morto il partigiano Rapotez. Anpi e città in lutto

Classe 1920, dopo aver lottato contro i nazi-fascisti si ritrovò a combattere contro lo Stato. Fu accusato ingiustamente per un triplice omicidio e incarcerato. Non fu mai risarcito. Il cordoglio di Honsell, Pellegrino, Fontanini e Serracchiani

UDINE – Prima la guerra contro il nazi-fascismo, poi quella contro lo Stato italiano. Una vita lunga ma zeppa di ostacoli quella vissuta da Luciano Rapotez, conclusasi nelle prime ore del 23 febbraio, a 94 anni, in una camera dell’ospedale di Udine. Malato da tempo, Rapotez era dirigente dell’Anpi regionale e provinciale.

INGIUSIZIA - Nato nel 1920 a Muggia, il suo nome, anni fa, era balzato agli onori della cronaca nazionale per un caso di mala-giustizia. Rapotez, infatti, nel 1955 era stato accusato ingiustamente di omicidio dopo essere stato costretto a confessare ciò che non aveva fatto (subendo violenza e torture), restò in carcere per 34 mesi. In seguito fu assolto per non aver commesso il fatto, ma intanto la detenzione gli costò la perdita del lavoro e la distruzione della famiglia. Da qui cominciò la sua lotta contro l’ingiustizia subita e contro la tortura, lotta portata avanti dalla Germania, dove decise di emigrare una volta scarcerato. Rientrato in Friuli alla fine degli anni ’80, si impegnò subito nell’Anpi, promuovendo e diffondendo i valori della Resistenza. Non ebbe però mai giustizia dallo Stato italiano per i torti subiti: né dal punto di vista economico, né morale. Le scuse dello Stato non giunsero mai, così come il risarcimento.

IL CORDOGLIO – Questo il pensiero del sindaco di Udine, Furio Honsell. «Sono profondamente addolorato, come tantissimi altri cittadini di Udine per la scomparsa di una figura di altissimo impegno civile e antifascista. Una figura esemplare della nostra città che nell’arco di tutta la sua vita ha sempre manifestato il proprio impegno per la Libertà, sia da giovane, quando entrò nell’antifascismo durante la Guerra di Liberazione, sia anche successivamente come dirigente dell’Anpi. Rapotez – conclude il sindaco – ha saputo portare la voce e l’impegno dell’antifascismo e dei valori repubblicani di libertà e democrazia».
Anche l’assessore comunale alla Cultura, Federico Pirone, commenta con commozione la scomparsa di Rapotez. «Lo ricordiamo – dichiara – per il suo grande contributo civile, politico e culturale contro ogni tipo di ingiustizia, nonché come un vero protagonista dell’antifascismo nel segno della costituzione. Lui che ha vissuto sulla sua pelle la battaglia contro la tortura, con la sua voce lucida e sempre instancabile è stato testimone attento a contrastare sempre ogni forma di ingiustizia. Ci mancherà il suo impegno nell’Anpi – chiosa – e il settantesimo della Liberazione senza di lui sarà purtroppo un settantesimo più povero».

VALORI INDELEBILI - «Il suo lascito è la Democrazia, come eredi  dobbiamo difenderla». Serena Pellegrino, parlamentare di Sel, ricorda la figura del partigiano scomparso. «La testimonianza determinata e caparbia di Luciano Rapotez  non si esaurisce con la sua scomparsa. Anzi, averlo avuto con noi, nella Repubblica italiana, per 70 anni  rende ineludibile la nostra responsabilità di eredi di un patrimonio inestimabile: la Democrazia è uno dei lasciti monolitici di Rapotez alle generazioni future di questo Paese, non facciamocela demolire poco a poco».
Anche il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, celebra la figura di Rapotez:
«Fu un grande testimone della Resistenza friulana nonché un grande appassionato di questa terra. Un uomo aperto al dialogo e a dare una lettura della Resistenza non troppo di parte ma aperta anche ai contributi del mondo cattolico». 

SERRACCHIANI - In serata arriva anche il messaggio della governatrice Debora Serracchiani. «I frutti della libertà e della democrazia nati nel nostro Paese con la Resistenza, hanno visto in Luciano Rapotez uno dei massimi simboli e dei grandi testimoni di quella straordinaria, ma difficile, storia che il Friuli Venezia Giulia ha vissuto. Del comandante Rapotez, che ho avuto il piacere è l'onore di conoscere personalmente - osserva ancora la presidente della Regione - vogliamo oggi ricordare la sua statura morale, la sua determinazione e la sua forte umanità, valori collettivi che che dobbiamo continuare a trasmettere con vigore alle nostre generazioni più giovani».

Le esequie di Rapotez, celebrate in forma laica, avranno luogo alle 12 di mercoledì 25 febbraio alle celle mortuarie dell'Ospedale di Udine, in Via Chiusaforte.