26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Agricoltura | Lattiero caseari

Gli allevatori scendono in piazza per dire no alla svendita del latte

Un litro viene pagato 0,35 centesimi, sotto la soglia di sopravvivenza. In piazza a Udine presenti centinaia di persone e amministratori.

UDINE – La giornata tipo di un allevatore comincia alle 5.30. C'è la pulizia degli animali, la mungitura e tutta una serie di lavori fuori e dentro la stalla, che proseguono almeno fino alle 19. Tredici ore per poi vedersi pagare un litro di latte 0,35 centesimi. Per dire basta a questa situazione «indecente», come la definisce il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora, gli allevatori sono scesi in piazza in tutta Italia. In Friuli il luogo prescelto per far sentire la loro voce è piazza San Giacomo, nel cuore di Udine. Centinaia di allevatori con drappi, cartelli e cappellini gialli hanno occupato la piazza, ricevendo la solidarietà dei politici (tanti i sindaci con la fascia Tricolore presenti), di personaggi dello spettacolo, di rappresentanti di altre categorie economiche e di gente comune.

«Un anno fa – racconta Renzo Livoni, presidente dell’Associazione Allevatori Fvg – un litro di latte veniva pagato 44 centesimi: oggi siamo scesi a 35 centesimi. In questo modo la nostra attività non è più remunerativa. Purtroppo siamo nelle mani della grandi multinazionali che acquisiscono il nostro latte». Livoni indica a 40 centesimi al litro la soglia minima di sopravvivenza per gli allevatori, in grado di consentire anche qualche investimento per far progredire le aziende. «Oggi in Fvg ci sono 1.070 stalle: 1 su 4 è in difficoltà. Le cose devono cambiare e ciò che chiediamo è un’aggregazione di tutte le categorie degli allevatori, maggiori agevolazioni nella concessione di credito, il rilancio del marchio Montasio».

In piazza ci sono anche 6 vacche da latte, di razza Pezzata Rossa e Frisona, munte per l’occasione dagli allevatori presenti. Si distribuisce latte Blanc, offerto dal Consorzio agrario del Fvg, così come formaggio e mozzarella della latteria di Venzone.

Il problema del prezzo del latte (diminuito negli ultimi sei mesi del 19%) non è l’unica questione sollevata da Coldiretti. Come spiega il presidente Ermacora, va  fermata anche l’importazione selvaggia di latte. In un anno, le stalle della regione, producono 2 milioni e 500 mila quintali di latte, a fronte dei 2 milioni e 300 quintali di importazione, che si trasformano in prodotti lattiero caseari italiani. «Stando così le cose – chiarisce Ermacora – occorre indicare nelle etichette la provenienza della materia prima. I consumatori devono sapere da dove proviene il latte che stanno bevendo o con quale latte è prodotto il formaggio che stanno mangiando. Una volta informati – conclude – liberi di comprare quello che vogliono».