Eventi a Trieste, 7 cose da fare il 19 e il 20 marzo
Dai concerti, al teatro, al cinema. Ecco cosa vi aspetta in città ed una piccola guida per non perdere gli appuntamenti migliori dell'inizio della settimana
TRIESTE – Cinema, musica, e spettacolo. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti del lunedì e del martedì tristini.
Renato Zero al Cinema Nazionale
Martedì 20 marzo, al Cinema Nazionale, la proiezione di «Zerovskij». Non è la prima volta che Renato Zero si confronta con un'orchestra: lo aveva già fatto con progetti come l'album «Leoni si nasce» del 1984 e il tour «ZerOpera» del 1993 (e più volte, nelle sue tournée, ha ospitato grandi ensemble - anche nel recente «Alt tour»). Stavolta, però, il Re dei Sorcini alza un l'asticella: «Zerovskij» non è un semplice disco e non sarà una semplice tournée. È un progetto più complesso, quasi un lavoro drammaturgico: nella scheda di presentazione scritta per i giornalisti, il cantautore lo definisce «un percorso non facile ed insolito» e ci sfida a comprenderlo, ad indovinarlo. E allora, sfida accettata.
Musica classica
È un’appassionata dedica a Wolfgang Amadeus Mozart e ai suoi immortali Quartetti d’Archi il terzo concerto in cartellone per la Stagione Cameristica 2018 dell’Associazione Chamber Music Trieste: lunedì 19 marzo, alle 20.30 al Teatro Verdi di Trieste - Sala Ridotto Victor De Sabata appuntamento con «Un ritratto in punta d’arco», il concerto affidato al rinomatissimo Leipzig String Quartet, da trent’anni sulle scene internazionali, fra i più celebrati Quartetti d’Archi sulla scena cameristica internazionale. Conrad Muck e Tilman Büning violino, Ivo Bauer viola e Matthias Moosdorf violoncello offriranno al pubblico di Trieste una raffinata e piacevole selezione dalle partiture del Genio austriaco, con il Quartetto n.1 in sol maggiore K.80, il Quartetto n.8 in fa maggiore K.168 e il Quartetto in si bemolle maggiore «La Caccia» K.458. Biglietti in prevendita da Ticket Point TS, tel. 040 3498276, info www.acmtrioditrieste.it. Diretta dalla musicologa Fedra Florit, la Stagione 2018 di Chamber Music è realizzata in collaborazione con il Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura, con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il Mibact. Partner per la concertistica sono Banca Mediolanum, ITAS Assicurazioni, Suono Vivo - Padova e Zoogami, mediapartner Il Piccolo e la Rai.
A teatro
Sonia Antinori racconta attraverso il teatro la difficoltà di essere «imperfetti». La dislessia è infatti al centro dello spettacolo «Cronache del bambino anatra», interpretato da Maria Ariis e Carla Manzon dirette da Gigi Dall’Aglio e ospite della stagione altri percorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia da martedì 20 a domenica 25 marzo alla Sala Bartoli.
Cultura
Quinto appuntamento con il «Teatro a Leggìo» 2017|2018, al Teatro Orazio Bobbio alle 17.30, lunedì 19 marzo con un testo inedito dal titolo «Tempo d’attesa» di Pietro Spirito e Elke Burul per la regia di Marko Sosič. La pièce sarà interpretata da Marzia Postogna, Maurizio Zacchigna, Adriano Giraldi e Lorenzo Acquaviva, le musiche sono di Stefano Schiraldi. L’azione si svolge al tempo presente seguendo il racconto di Krystof, immigrato negli Stati Uniti negli anni Settanta dopo essere fuggito dalla Cecoslovacchia invasa dai sovietici. Il filo della memoria si sdoppia in un racconto in cui il tempo dell’oggi si trasforma nel tempo passato in una continua alternanza tra la memoria agita e la memoria indagata. La scena si apre con il protagonista Krystof, interpretato da Adriano Giraldi, seduto oggi alla scrivania dello studio nel suo appartamento di New York, intento ad osservare alcune fotografie in bianco e nero della sua Praga, immortalata nei suoi scatti tanti anni prima. I ricordi scivolano nella Trieste del1972, dove, alle porte della città, è attivo il campo profughi per stranieri di Padriciano, una struttura voluta dal governo italiano per accogliere persone della più varia estrazione, in fuga dai Paesi del blocco sovietico, che chiedono asilo politico in cerca della libertà. Il centro, recintato da un muro e sorvegliato dalla polizia, è una vera e propria cittadella, con gli alloggi per i profughi, l’infermeria, una chiesa, un cinema, persino un campo di calcio. Trieste, città di confine e spartiacque, in quegli anni, tra due realtà opposte e nemiche, l’Est e l’Ovest, tra il mondo dei regimi democratici - minati da tensioni sociali e politiche - e quello dei regimi socialisti, barricati oltre la cortina di ferro. In quegli anni Trieste è una città-sismografo, che coglie e riflette i mutamenti e le inquietudini di un mondo diviso in due blocchi. Ed è in questo centro per profughi stranieri che un giorno dell’autunno del 1972 arriva proprio Krystof Paklic, fotografo cecoslovacco, noto per aver immortalato i fatti della Primavera di Praga, in fuga del suo Paese nonostante la posizione privilegiata acquisita sotto il regime sovietico. Come tanti altri fuggitivi, Krystof è arrivato a Trieste attraverso la Jugoslavia passando la frontiera di nascosto, di notte nei boschi, ma durante la fuga ha perso ogni contatto con l’amata moglie Jana. Il campo profughi non è solo un centro di accoglienza e smistamento per richiedenti asilo politico, ma è anche un centro di raccolta informazioni gestito in parte dai servizi segreti che cercano di raccogliere quanti più elementi possibili sui regimi oltrecortina. Nel centro ci sono anche spie mandate proprio da quei Paesi, camuffate da falsi profughi. In questo ambiente di frontiera Krystof si trova sospeso in un limbo, diviso tra il sogno di un futuro migliore, e l’angoscia di un presente spesso incomprensibile. Nonostante chieda con insistenza alle autorità di cercare la moglie, Krystof non sa nulla della sorte di Jana, la donna sembra svanita nel nulla. E mentre anche lui, come gli altri, viene sottoposto agli interrogatori dei funzionari dei Servizi segreti italiani - interessati in particolare a quella parte dell’archivio di negativi che il fotografo ha portato da Praga con sé in una valigia -, nel campo conosce un’altra profuga, Ivana, interpretata da Marzia Postogna, fuggita dall’Ungheria. Fra Krystof e Ivana si insatura un rapporto ambiguo, finché Krystof scopre la vera identità della donna, una spia infiltrata nel campo. Sullo sfondo una Trieste città di frontiera pressata tra forze e tensioni opposte, dove si confrontano e si mischiano culture diverse si consuma, il dramma di un uomo in fuga dalla sua terra e da se stesso, in cerca di una libertà che appare piena di insidie.
Spettacolo
Lunedì 19 e martedì 20 marzo alle 20.30 al ridottino del Teatro Miela per il teatro On/Off, la prosa curiosa, andranno in scena a grande richiesta, due repliche de «La Maria Farrar» di Manlio Marinelli con una strepitosa Sara Alzetta. A Maria Farrar, infanticida rinchiusa in carcere e che per il suo crimine viene uccisa dalle altre detenute, Bertolt Brecht dedica una delle sue poesie più belle. Manlio Marinelli, giovane autore palermitano di stanza a Torino, apre il racconto che ne fa Brecht reinterpretandolo in senso mediterraneo, barocco. Maria Farrar è una ragazza del proletariato torinese della prima emigrazione meridionale e nel suo universo ristretto il prete è veneto, la «più baffuta delle sorelle suore del pio albergo» è meridionale come lei, le appare una Madonna modenese mentre un sorcio le parla in romanesco. Nella sua triste storia incontrerà anche uno psichiatra di Milano e un politico dalla fiera identità padana. Uno spettacolo divertente e terribile al tempo stesso.
Cinema
Nella sala grande del Teatro Miela alle 18.30 per la rassegna cinematografica «Pink Italian Power. Il Cinema in rosa», lunedì 19 «Gli sdraiati» di Francesca Archibugi; con Claudio Bisio. Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Michele Serra, che concede la replica alla generazione stesa sul divano. Martedì 20 la proiezione di due docu film «Tutte le anime del mio corpo» di Erika Rossi. Film sul romanzo biografico di Maria Antonietta Moroe a seguire «Il viaggio di Caterina» di Sabrina Morena e Franco Però; con Omero Antonutti, Paolo Fagiolo, Lara Komar, Helena Husu. Documentario liberamente tratto da Il Baule di Giovanna di Diana de Rosa.
Commedia
Martedì 20 marzo, alle 21, al Teatro Stabile Sloveno / Slovensko stalno gledališče. Il Cut Trieste ha l'onore di potersi esibire in un dei teatri stabili più importanti della regione Fvg: Il Teatro Stabile Sloveno Che fanno i supereroi quando non combattono il crimine? Come vivono e come hanno affrontato la crisi economica globale? I loro superpoteri li hanno aiutati? O come noi comuni mortali devono barcamenarsi tra scartoffie, conti, cavilli legali e strisciare sotto le labirintiche, penose ambasce della quotidianità? E sì, perché anche le nostre vite alle volte possono essere più avventurose e rocambolesche di un action movie americano… Così, se anche voi ancora credete nel fascino discreto delle code chilometriche alle Poste Centrali e non avete ancora ceduto al conto online per pagare le bollette, se anche per voi combinare un appuntamento a cena con gli amici è ormai più difficile della risoluzione del teorema di Zeckendorf, se anche voi vi incasinate la vita senza un apparente motivo, allora è giunto il momento di conoscere Batman e Robin che, dopo la nascita al Linguacce Cabaret, si preparano a lanciarsi nel primo studio di un futuro spettacolo a due.