19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
La recensione

Liga di scena a Trieste: missione compiuta!

A esser sinceri di rock ce n'è rimasto veramente poco in Liga, laddove il cantante emiliano sembra una controfigura da X-Factor (o altro talent) il cui scopo principale è risultare piacione al proprio pubblico

TRIESTE - E così Ligabue recupera le due date dello scorso anno all'Alma Arena di Trieste con altrettanti prevedibili sold-out per celebrare quasi trent'anni di carriera rock ai massimi livelli. Alle ore ventuno il palazzetto è già una bolgia!
A esser sinceri di rock ce n'è rimasto veramente poco in Liga, laddove il cantante emiliano sembra una controfigura da X-Factor (o altro talent) il cui scopo principale è risultare piacione al proprio pubblico. L'atteggiarsi a star non gli viene benissimo nonostante le passeggiate da John Wayne in un palco tutt'altro che minimal, ma il pubblico decisamente è con lui. Più che mai.

La prima parte dello show è incentrata su pezzi relativamente recenti, passano alcune scene inedite del prossimo film in uscita a firma LL dove il solito Accorsi ci fa intendere che il leit-motive sarà l'esser se stessi ad ogni costo, consueto copione. 
Il momento unplugged, meno noioso del previsto e poi le chitarre ruggenti di Capitan Fede Poggipollini e Max Cottafavi (compagni della prima e della seconda ora) caricano il gran finale! Balliamo sul mondo - il primo grande hit e Certe notti con smartphone e tablet che scattano a ripetizione da ogni dove.

Liga che ci risparmia il predicozzo in stile trasmissione-Fazio e che appare decisamente sincero quando ringrazia i fans di aver avuto fiducia in lui e non aver chiesto il rimborso per i biglietti del concerto rinviato. Si rivede il cuore del rocker della pianura padana che scalda quello del parterre con il classico finale dove tutti - ma proprio tutti - si sentono dei mediani della quotidianità in un tempo che non è - e non sarà mai - per loro.
Missione compiuta nel trasformare un anonimo lunedì in un venerdì dove nessuno deve rompere... la musica! Il suo pubblico, pescato negli annali da una costola di quello di Vasco con i conformisti travestiti da ribelli in prima fila, urla contro il cielo e lo ringrazia e chiede bis a ripetizione. Il patto è stringerci di più e ricevere la promessa di un nuovo concerto per la prossima tournée, sempre e comunque tra palco e realtà!