28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
ferriera di servola

Dipiazza: «La Regione apra un tavolo sull'occupazione per la chiusura dell’area caldo»

Il sindaco, attento alle preoccupazioni dei lavoratori della Ferriera che non stanno ricevendo informazioni da parte della proprietà sul piano industriale, rinnova alla Regione FVG la richiesta di aprire un tavolo di confronto: «La salute non può essere barattata con il lavoro»

TRIESTE - «Questa amministrazione comunale dal suo insediamento sta portando avanti un’attività di massima attenzione, trasparenza e controllo sul rispetto degli accordi relativi alla Ferriera di Servola. Questa attività volta esclusivamente alla tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori e dell’ambiente sta producendo importanti risultati sia a livello regionale, sia nazionale con un innalzamento dell’attenzione da parte di tutti i soggetti istituzionali coinvolti sul controllo degli adempimenti agli accordi da parte della proprietà dello stabilimento siderurgico che, secondo questa amministrazione comunale, può sviluppare la propria attività a prescindere dall’area a caldo, non compatibile, in forza della documentazione prodotta e dei fatti che si susseguono, con la salute dei cittadini, dei lavoratori e dell’ambiente. In questo quadro rinnoviamo quanto abbiamo già chiesto alla Regione FVG, competente in materia di lavoro, di aprire un tavolo di confronto sul tema occupazione derivante dalla chiusura dell’area caldo dello stabilimento, in modo da gestire la situazione attraverso un percorso già individuato e non in condizioni di emergenza». A intervenire è il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che, attento alle preoccupazioni dei lavoratori della Ferriera che non stanno ricevendo informazioni da parte della proprietà sul piano industriale, rinnova alla Regione FVG la richiesta di aprire un tavolo di confronto. 

No al baratto salute-lavoro
«Nel momento in cui cesserà l’attività dell’area a caldo – continua Dipiazza – è opportuno che la Regione FVG predisponga già un percorso con i soggetti competenti per individuare le soluzioni migliori da mettere in campo al fine di non compromettere i livelli occupazionali». «La salute non può essere barattata con il lavoro, come ha ricordato più volte anche il Vescovo di Trieste, e rimarcando che non ci sono lavoratori di serie A e serie B e che il territorio, sotto il silenzio generale, in questi anni ha purtroppo perso molti occupati in comparti non meno importanti, se non dal punto di vista mediatico, aprire un tavolo ora è più che opportuno». «Infine – conclude Dipiazza – considerando che la vocazione e la crescita di Trieste non è rintracciabile nell’industria pesante, ma nel turismo, nel terzo settore e in particolar modo nella portualità, ritengo opportuno confrontarsi anche con l’Autorità Portuale per cominciare a valutare su come potrà essere bonificata, riqualificata e riconvertita a fini portuali la superficie dove ora c’è l’area a caldo. Il Comune di Trieste, come già più volte detto, farà la sua parte in un quadro di insieme».