2 maggio 2024
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Il 14 maggio 2017

Depeche Mode: brividi e furore

Lubiana, invasa dal popolo del nord-est

FVG - Alle 21 la grande Arena Sto¸ice di Lubiana è strapiena di gente in trepidante attesa e almeno la metà arriva da Friuli e Venezia-Giulia. La dimenticabile performance del gruppo spalla (il duo rock danese The Raveonettes) è terminata, e i fortunati che nel 2006 nella stessa capitale slovena hanno visto aprire il concerto dei Depeche Mode da una band come i Placebo non celano il malumore.

Ma arriva il momento di Dave Gahan, Martin Lee Gore e Andrew Fletcher: occhi bistrati e completi neri, attaccano con una manciata di brani tratti dal nuovo album 'Spirit'. Le sonorità cupe, taglienti, sintetiche, marchio di fabbrica dei DM, si ritrovano anche in questi pezzi, quasi familiari eppure maledettamente attuali. Il terzetto è in forma, si vede, ma serve ancora qualche canzone per far ingranare bene lo show, che decolla definitivamente con una splendida versione di "In Your Room", ma tracima in un'offerta di godimento multisensoriale con "Cover Me": nelle orecchie la voce calda di Gahan, negli occhi un video di Anton Corbijn, il geniale fotografo e regista col quale la band britannica vanta un sodalizio ultratrentennale. "I picture us in another life / Where we are simple stars" recita il testo, mentre le immagini, in un meraviglioso e sgranato bianco e nero ci rimandano un Dave Gahan in tuta da astronauta, smarrito e solo. Semplicemente arte al quadrato.

'Poison Heart' è la perla nera dell'ultimo album, una ballata ruvida e sporca che ti strappa l'anima e la getta ai cani. Si sono ormai rotti gli argini, le chitarre di Martin Lee Gore si incendiano. Gahan, panciotto nero e rosso su torso nudo, galoppa sul palco, si dimena, si contorce, soffre, suda. Il maxischermo ci rimanda l'immagine di un Mefistofele sexy, il suo sguardo ci tiene tutti in pugno. La scaletta è lunga e poderosa: 'Enjoy the Silence', 'Never Let Me Down Again', 'Walking in My Shoes'. E, a sorpresa, una cover: con un'interpretazione delicata e sofferta di 'Heroes' dell'amico Bowie, i Depeche Mode danno l'affondo finale a un pubblico già emotivamente provato. Con l'eccezionale performance di Lubiana questi ultracinquantenni inglesi hanno dimostrato non solo di aver scritto un pezzo della storia del rock, ma di avere la grinta e l'inventiva per prendere a morsi il futuro. Superlativi.