18 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Comuni

Panontin, legge su comparto unico sbloccherà le assunzioni

La nuova norma farà venir meno il paradosso creato dalla precedente amministrazione, che ha messo in ginocchio i Comuni decidendo di bloccare il turnover

FVG - «L'approvazione a fine 2016 della legge sul comparto unico toglierà i Comuni dalla situazione di stallo in cui versano attualmente. La nuova norma farà venir meno il paradosso creato dalla precedente amministrazione, che - in nome di un risparmio di spesa - ha messo in ginocchio i Comuni decidendo di bloccare il turnover». Ad affermarlo è l'assessore regionale alle Autonomie Paolo Panontin, il quale ha raccolto il segnale d'allarme lanciato dai alcuni sindaci che lamentano l'impossibilità di assumere nuovo personale per sostituire quanti sono andati in pensione. «Dal 2009 - spiega l'assessore - la giunta Tondo ha limitato le sostituzioni al 25 per cento delle cessazioni per quiescenza, o altro, avvenute nell'anno precedente. Queste soglie erano al disotto di quelle fissate a livello nazionale. Il blocco, nel corso del tempo, ha comportato una forte contrazione del personale dipendente, scelta che ora sta cominciando a diventare non più sostenibile».

La situazione, già allora di per sè restrittiva, è poi peggiorata nel 2014. «Infatti alcune deroghe alle assunzioni concesse dall'amministrazione regionale precedente - spiega Panontin - sono state riconosciute illegittime con una sentenza della Corte Costituzionale, a seguito di una impugnazione promossa dall'allora governo Berlusconi. Tutto questo rischiava di avere un effetto devastante sul sistema; pertanto ci siamo messi al lavoro per tamponare una falla che ci siamo trovati in eredità».

Durante il 2015 e il 2016 la Giunta non ha potuto mettere mano a questa impasse perché vincolata da norme statali. «A fine 2016  - spiega l'assessore regionale - abbiamo approvato la legge regionale 18 sul comparto unico. La norma ha finalmente permesso di riaprire il ricambio all'interno delle pubbliche amministrazioni, consentendo l'assunzione del 100 per cento delle risorse cessate nell'anno precedente. La legge permette inoltre di recuperare quote assunzionali 'residue' delle annualità precedenti ma non utilizzate. Questo principio vale tanto per la Regione quanto per i Comuni che partecipano alle Unioni. Le amministrazioni che invece hanno scelto di restare fuori dalle Uti possono attivare il turnover nella misura del 50 per cento e non del 25 per cento come invece è stato affermato».

Per quanto riguarda poi la mobilità del personale di staff delle Province «questo passaggio - precisa Panontin - sta avvenendo nel rispetto degli accordi che abbiamo assunto sia con le Autonomie Locali sia con le rappresentanze sindacali». Infine la legge 18 sul comparto blocca per un triennio la mobilità del personale entrato nella dotazione organica di un ente, salvo nullaosta dell'amministrazione di appartenenza. «Una scelta questa - conclude Panontin - che consente agli uffici pubblici dei Comuni e della Regione di lavorare con maggiore serenità. Ciò eviterà tensioni legate ad eventuali riduzioni improvvise di personale, cosa queste che non consentirebbe una adeguata programmazione del lavoro».