2 maggio 2024
Aggiornato 18:00
Il vertice in Regione

Vertenza Siap, la proprietà conferma la chiusura

Fumata grigia per il destino dello stabilimento di via Brigata Pavia, da Carraro nessuna marcia indietro. Bolzonello annuncia tavolo con parti sociali per la prossima settimana

GORIZIA -  Una fumata grigia, che conferma la posizione irremovibile della proprietà sul destino dello stabilimento Siap di Gorizia. Si è concluso così il vertice in Regione tra il vicepresidente della giunta del Fvg, Sergio Bolzonello, l'assessore al Lavoro Loredana Panariti e il presidente del gruppo, Enrico Carraro, affiancato dall'amministratore delegato Alberto Negri. Dai rappresentanti della Carraro non sono giunte rassicurazioni sul mantenimento dello storico insediamento produttivo di via Brigata Casale, dove settanta lavoratori continuano senza sosta, da martedì scorso, il presidio di protesta.

Nessuna rassicurazione su Gorizia
In una nota diramata al termine dell'incontro in Regione, Bolzonello ribadisce che «la Regione segue da vicino il ruolo e le dinamiche del Gruppo Carraro, presente in Friuli Venezia Giulia con gli stabilimenti di Maniago e di Gorizia (Siap), e rappresenta un riferimento per l'economia e l’occupazione». Durante l’incontro, presidente e ad hanno ribadito che «non è in forse la permanenza del Gruppo in Friuli Venezia Giulia» e hanno annunciato che lo stabilimento di Maniago potrà divenire un centro di eccellenza di livello mondiale per lo sviluppo tecnologico nel settore della produzione degli ingranaggi. E Gorizia? Carraro ha ribadito che il piano di riorganizzazione prevede la chiusura dello stabilimento goriziano. Preso atto della posizione della proprietà, Bolzonello ha anticipato di voler indire per la prossima settimana un tavolo di confronto al quale prenderanno parte, assieme all'assessore Panariti, anche i rappresentanti delle parti sociali, per esaminare la situazione dello stabilimento Siap di Gorizia.

Il caso in Consiglio
Intanto prosegue il presidio di protesta all'esterno dello stabilimento. «Lunedì saremo in Consiglio comunale, per esternare il nostro disappunto per un piano industriale che non tiene in considerazione l'impatto sociale che potrà avere la chiusura della fabbrica di Gorizia», spiega Livio Menon della Fiom.