20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Il film in sala dal 7 maggio

La Solarino torna in casa con «Mi chiamo Maya»

In seguito ad un tragico evento, Niki, 16 anni, decide di fuggire dalla casa famiglia cui è stata affidata, portando con se la sorellina Alice di soli 8 anni. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un'utopica libertà, attraverso la Roma conosciuta e quella sconosciuta, incontrando persone molto diverse tra loro.

ROMA (askanews) - Uscirà in sala il 7 maggio «Mi chiamo Maya» di Tommaso Agnese con Matilda Lutz, Giovanni Anzaldo, Valeria Solarino. In seguito ad un tragico evento, Niki, 16 anni, decide di fuggire dalla casa famiglia cui è stata affidata, portando con se la sorellina Alice di soli 8 anni. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un'utopica libertà, attraverso la Roma conosciuta e quella sconosciuta, incontrando persone molto diverse tra loro: punk, artisti di strada, cubiste... Una «traversata iniziatica» che, tra mille difficoltà, traghetterà Niki e Alice verso una nuova vita.

LA TRAMA - Nelle note di regia si legge «Mi chiamo Maya prende spunto dalla cronaca e dall'attualità per raccontare la storia della fuga di due giovani sorelle, Niki e Alice, scappate da una casa famiglia. Il tema principale, quello della fuga, si basa sui dati di cronaca che mostrano come in Italia la tendenza degli adolescenti a scappare sia in continuo aumento, più del 30% dei giovani sotto i 20 anni, è, infatti, scappato di casa almeno una volta nella propria vita e numerose sono anche le fughe dalle case-famiglia di giovani con realtà familiari complesse e difficili. Queste fughe durano spesso poco tempo o pochi giorni e così anche quella della protagonista del film, Niki, che si svolge nell'arco di tre notti. Spesso i giovani hanno un piano di fuga utopico che s'infrange ben presto con la realtà e i sogni d'indipendenza si trasformano in progetti irrealizzabili, così, per fortuna, quasi tutti tornano a casa o vengono ritrovati. Questo fenomeno ha innumerevoli cause, ma di frequente è il risultato dell'incomunicabilità tra genitori e figli, tra adulti e ragazzi».