29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Fumetti

È morto Joaquìn Lavado, in arte Quino, il disegnatore argentino padre di Mafalda

Il fumettista argentino aveva 88 anni. Nato nel 1932 nella città argentina di Mendoza Quino creò il suo personaggio più famoso il 15 marzo del 1962, ma la striscia rimase inedita

È morto Joaquìn Lavado, in arte Quino, il disegnatore argentino padre di Mafalda
È morto Joaquìn Lavado, in arte Quino, il disegnatore argentino padre di Mafalda Foto: Alberto Morante ANSA/EPA

Il nome di Joaquìn Lavado, in arte Quino, scomparso a Mendoza all'età di 88 anni, resterà legato per sempre alla più famosa di tutte le sue creazioni, la bambina ribelle Mafalda. Eppure Lavado - una vita divisa fra Buenos Aires, Madrid e Milano - deve la sua fama di colonna dell'umorismo grafico (è il fumettista di lingua spagnola più tradotto a livello globale)mondiale anche a molti altri album, sebbene privi di un personaggio centrale e raccolti in un'antologia intitolata, prevedibilmente, «Non solo Mafalda».

Nato nel 1932 nella città argentina di Mendoza, figlio di genitori andalusi, repubblicani e anticlericali, crebbe in un ambiente che lo incoraggiò sempre a discutere la natura dell'autorità e i motivi del'ingiustizia - temi che avrebbero raggiunto il pieno sviluppo artistico proprio con le strisce di Mafalda.

A iniziarlo da bambino alle gioie del fumetto fu un suo zio, disegnatore grafico; successivamente Quino si iscrisse alla facoltà di Belle Arti di Cuyo, senza tuttavia terminare gli studi, ma imparando i principi formali fondamentali del linguaggio grafico.

Quino creò il suo personaggio più famoso il 15 marzo del 1962, ma la striscia rimase inedita; poi nel 1963 esordì inizialmente come striscia pubblicitaria per una marca di elettrodomestici (che iniziava per M, di qui il nome della protagonista e di molti dei personaggi): solo il 29 settembre del 1964 apparve su «Primera Plana» la prima striscia quotidiana libera da pastoie commerciali, e questa è di fatto la data «ufficiale» preferita dall'autore.

Di Mafalda si sa che il suo amore per i Beatles è inversamente proporzionale a quello per la minestra, che da grande vuole fare l'interprete all'Onu per evitare guerre e che nutre una cordiale antipatia nei confronti di Fidel Castro (anche se furono i cubani a trasformare Mafalda in un cartone animato, con l'autorizzazione dell'autore). Una curiosità: Mafalda, argentina doc, viveva in via Cile (per la precisione al numero 371, in uno degli stabili dove risedette anche il suo autore).

Il cast del fumetto era completato dalla famiglia - i genitori, dei quali viene rivelato solo il nome della madre, Raquel, e il fratellino Guille - e dai compagni di scuola e amici del quartiere: il sognatore Felipe, l'antifemminista Susanita, l'avido Manolito (figlio di immigrati spagnoli, come appunto lo stesso Quino), Miguelito (che ha un nonno italiano) e Libertad, ancora più contestataria di Mafalda.

Dopo una prima pausa fra il 1967 e il 1968 - dovuta al fallimento del giornale che pubblicava le strisce - Quino decise tuttavia di porre fine alle pubblicazioni nel 1973, anche per la mutata situazione politica del Paese che portò alla dittatura militare. Nel 1976 uscirono alcuni disegni su incarico dell'Unicef, e successivamente l'autore permise che venissero riadattate vecchie strisce in occasioni particolari, realizzando nel 1988 anche un manifesto per la Giornata universale dei Diritti umani.

Nel 2009 Buenos Aires ha dedicato una statua alla sua abitante forse più famosa, seppure immaginaria: alta poco meno di un metro, ritrae una Mafalda vestita di verde, seduta da sola su una panchina: lo stesso Quino si fece fotografare accato alla sua creazione.

A pochi metri di distanza una targa con scritto «Qui si sedette Mafalda» onora un'anonima palazzina di dieci piani in una strada del quartiere bonaerense di San Telmo, uno dei luoghi che ispirò «Quino», nella creazione del suo personaggio più famoso, spesso ritratto seduto sul bordo degli scalini dell'atrio. La statua, fissata alla panchina, non ha alcuna protezione in modo da permettere alla gente di interagire con il personaggio: fabbricata in vetroresina con i colori integrati nel materiale, è a prova di vandali: a disegnarla a prova di oblio ci aveva pensato lo stesso Quino.