Saviano accusato di Plagio dal «Daily Beast»
Secondo il Daily Beast, interi articoli di giornalisti americani e messicani sarebbero stati semplicemente tradotti e inseriti in «ZeroZeroZero» senza essere in alcun modo citati: «Saviano non ha solo scritto un libro brutto. Ha scritto un libro incredibilmente disonesto è pieno di articoli rubati da giornalisti meno noti».
ROMA - Botta e risposta tra il «Daily Beast» e Roberto Saviano. Il sito americano di informazione, uno dei più letti al mondo, ha attaccato duramente lo scrittore italiano accusandolo di plagio in un articolo di Michael Moynihan intitolato «Mafia Author Roberto Saviano's Plagiarism Problem». Moynihan lancia la sua accusa mettendo a confronto lunghi passi dell'ultimo libro di Saviano, «ZeroZeroZero», dedicato al narcotraffico globale e da poco tradotto negli Usa, con articoli sullo stesso argomento tratti da siti e quotidiani esteri, che l'autore italiano - secondo Moynihan - avrebbe copiato cambiando solo alcune parole e non citando le fonti.
La stroncatura del libro da parte del giornalista del «Daily Beast» è netta: «ZeroZeroZero - scrive - è un pasticcio di libro, una serie di storie in cerca di una narrativa coerente, dove a eventi globalmente insignificanti è assegnato un grande significato storico, e tutti gli altri fatti sono sempre gonfiati e sovraccaricati nella scrittura». Ma soprattutto, secondo Moynihan, è un libro «incredibilmente disonesto»: «ZeroZeroZero è farcito con articoli e scritti saccheggiati da giornalisti meno noti; riporta interviste con 'fonti' che potrebbero non esistere (...) e contiene molti casi di plagio evidenti».
La replica dello scrittore non si è fatta attendere
Venerdì su «Repubblica» Saviano ribatte alle accuse affermando che «accade sempre così, prima con 'Gomorra' e ora accade con 'ZeroZeroZero': quando un libro ha molto successo, quando supera il muro dell'indifferenza, quando le storie che veicola iniziano a creare dibattito, è quello il momento giusto per fermare il racconto. Per bloccarlo. E come sempre il miglior metodo è gettare discredito sul suo autore. Come se fosse possibile smontare davvero un libro di oltre 400 pagine con un articolo di qualche migliaio di battute».
«Quando non si può dire che ciò che racconto è falso - continua Saviano -, si dice che l'ho ripreso altrove. Ma il mio lavoro è esattamente questo: raccontare ciò che è accaduto, nel mio stile, nella mia interpretazione. Mi accusano di aver ripreso parole altrui: come se si potesse copiare la descrizione di un documentario. Se la protagonista è donna, è madre, ha 19 anni, si chiama 'Little One' e ha un numero tatuato in faccia, non so quanti modi ci possano essere per raccontarlo».
Lo scrittore spiega quindi che i suoi libri rientrano nel genere da lui definito «non-fiction novel»: «Il metodo è la cronaca, il fine è la letteratura. Il lettore legge un romanzo in cui tutto ciò che incontra è accaduto. (...) E', credo, l'unico modo davvero efficace per portare all'attenzione di un pubblico più vasto, e in genere poco interessato, questioni difficili da comprendere. Perché in un libro che non è un saggio, ma appunto un romanzo non-fiction, non si devono riportare tutti coloro che ne hanno scritto: soprattutto quando le fonti sono aperte».
(con fonte Askanews)