29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
L'arte non conosce crisi

Mosca, tutti in fila per il «Garage»

Malgrado le decadi di isolamento di epoca sovietica e le tensioni economiche e politiche di oggi, la capitale russa è un grande centro per l'arte d'avanguardia, con un Museo di alto profilo, come il Garage - la cui nuova sede al Gorky Park si è inaugurata oggi per il pubblico

MOSCA (askanews) - Una Mosca che non ti aspetti. Malgrado le decadi di isolamento di epoca sovietica e le tensioni economiche e politiche di oggi, la capitale russa è un grande centro per l'arte d'avanguardia, con un Museo di alto profilo, come il Garage - la cui nuova sede al Gorky Park si è inaugurata oggi per il pubblico - e con una serie di eventi in città che dimostrano vivacità culturale e sociale. Certo è indubbia l'influenza di Dasha Zhukova, compagna del collezionista e miliardario Roman Abramovich: i due hanno trasformato in questi anni la centralissima area verde semiabbandonata, tetro retaggio della Guerra fredda, in un vero «Parco della Cultura», vivace, dinamico e vivibile. Ma non è solo questo.

I russi, quelli benestanti ovviamente, sono tornati all'arte come rifugio. Non solo come bene, ma anche come fuga psicologica dalla crisi (ucraina ed economica). «Comprare arte è anche pensare che non tutto va così male» spiega ad askanews il gallerista Vladimir Frolov. «È un modo per abbattere le barriere, mentali prima che materiali». Come quella cortina di ferro che sembra ricostruirsi mattone dopo mattone, non solo con l'Occidente ma più in generale con l'esterno.

Ci sono molti segnali di revival rispetto al deprimente 2014 per l'arte a Mosca. La Biennale di Venezia ha dimostrato quanto è importante la presenza russa. E per contro, gli stessi russi non vogliono mancare all'appuntamento con gli artisti: lo stesso Frolov ammette che molti dei suoi collezionisti, apparentemente spariti nei mesi passati, sono tornati alla grande.

L'arte contemporanea ha una doppia e opposta valenza. È elitaria, ma riguarda tutti. La festa privata di inaugurazione del nuovo Garage, mercoledì scorso - mentre Vladimir Putin era in Italia - è stata l'evento vip dell'anno. Dalla top model Natalia Vodianova al megacollezionista Francois Pinault, la lista era lunghissima. La gente era quella che conta, ma niente politici. E Mosca si è presentata ancora una volta come la patria delle notti brave, delle feste esagerate e indimenticabili, la città che «non dorme mai».

Ma una volta smessi i panni vip, oggi il Garage fa il bagno di folla, con la sua apertura al pubblico all'inizio di un ponte quasi estivo (è la festa della Russia) che equivale al nostro Ferragosto. E quindi lunghe file per ammirare l'innovativo progetto di conservazione che ha dato vita al Museo fortemente voluto dalla Zhukova, trasformando il famoso ristorante modernista sovietico Vremena Goda in uno scintillante museo contemporaneo, di 5.400 metri quadrati, con cinque grandi spazi espositivi. Un paio di murales del concettualista Erik Bulatov sono appesi nell'atrio con la frase «Vieni al garage!» tra i raggi di un sole che sorge. Mentre già mercoledì, attendevano lo spettatore ai piani di sopra le istallazioni di Yayoi Kusama e le performance di Julius Koller.

Margarita Pushkina, direttore della fiera dell'arte Cosmoscow, che martedì ha organizzato un convegno al Four Season, accanto al Cremlino, spiega: «Per Mosca è una settimana strategica. Il mercato dell'arte si sta sviluppando in modo molto forte. Si aprono musei come questo, ad altissimo livello. Appaiono collezioni importanti e vengono aperte al pubblico. Insomma il momento è topico». Ma anche una volta che finirà l'estate, la febbre dell'arte contemporanea è destinata a continuare, proprio con Cosmoscow prevista per settembre 2015. «Lo scorso anno abbiamo constatato che c'è un enorme interesse. Sono venute un sacco persone», sottolinea Pushkina. Quindi si bissa, sperando che con la febbre dell'arte arrivino anche tempi più tranquilli. Ma su questo è difficile fare previsioni. O per dirla con un artista del Garage: «Domani, questo è il problema».