19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Mangiare Fuori

Ventimiglia: il pranzo dopo il Mercato

Una tradizione tuttora rispettata. Il pranzo dopo aver fatto acquisti nel famoso mercato coperto di Ventimiglia nella rinnovata Trattoria dei Pani

VENTIMIGLIA - Fiori, frutta, verdura, pesce fresco, salumi e formaggi, profumi che si intrecciano lungo gli stretti corridoi che invitano ad esplorare in lungo e in largo la struttura coperta che fa del Mercato di Ventimiglia un punto fermo per italiani e francesi felicemente contaminati dai sentori liguri, piemontesi e provenzali. Il Mercato coperto di Ventimiglia, che fa a tratti pensare a quello famosissimo di Barcellona, la Boqueria, autentica vetrina del meglio del cibo catalano.

UNA TRADIZIONE MANTENUTA - Da parecchio ormai non è più il tempo del differenziale Franco Francese - Lira Italiana, che tanto aiutò l'economia di frontiera prima dell'avvento dell'Euro, ma nonostante ciò i francesi che varcano i due punti di frontiera che dividono (o congiungono) Menton e Ventimiglia, sono sempre migliaia, e quasi tutti, dopo aver fatto spese cercano una soluzione per il pranzo. Proprio per questo la ristorazione in questa cittadina di 25 mila abitanti funziona piuttosto bene, anche se a dir il vero, i locali che hanno un senso gastronomico non sono più di cinque o sei.

LA TRATTORIA DEI PANI - Da poco più di un anno si è aggiunto, tra gli indirizzi più affidabili questa autentica Trattoria, con la T, maiuscola, proprio perché connotata da tutti quei dettagli che ci riportano a rivivere le atmosfere della classica trattoria italiana degli anni '60 e '70, quella maniera di far ristorazione che precedette l'avvento della Nuova Cucina Italiana, quella che dalla dine degli anni '70, con alla guida Gualtiero Marchesi, sdoganò al mondo la ristorazione italiana, riproponendola in maniera più moderna, più adeguata ai tempi che stavano cambiando, ma una certa malinconia, a chi ha qualche capello bianco, prende ancora allo stomaco mentre si ricordano quei bei momenti conviviali del dopo il mercato, fatti di semplicità e di cose buone, di tovaglie a quadretti bianchi e rossi e di bicchieri senza stelo, o come li chiamano qui " i gotti".

LA FAMIGLIA PANI - Tutti impegnati, tra i due locali di proprietà, il classico ed elegante Marco Polo, sorta di fascinosa palafitta in legno piazzata direttamente in spiaggia, e poi questa trattoria, piazzatissima anche questa, giusto davanti all'ingresso la laterale del mercato, dove il profumo di fiori e di pesce fresco si mescola ai sentori di erbe aromatiche.

La Signora Pani e la figlia si occupano principalmente di questo locale, mentre Marco Pani sovrintende al Marco Polo. Ci sarebbe anche un giovane di belle speranze di ritorno da Parigi, ma ormai avendo superato l'apprendistato nelle cucine della Galassia Ducasse, verosimilmente, quanto tornerà da queste parti, prenderà la strada del rinnovato Grand Hotel de Paris di Montecarlo.

IL SENSO DEL GUSTO E DELLA MISURA - Senza eccessi, perché nessuno qui è appena tornato da una giornata di lavoro nei campi, ma bensì da una passeggiata al mercato, che al massimo si è prolungata per qualche manciata di minuti sul lungomare, e quindi porzioni e concezioni dei piatti sono adeguate alla clientela che apprezza e affolla il locale, ma solo all'ora di pranzo, come si usava nelle trattorie di un tempo, anche se la richiesta del pubblico di tornare per "fare serata", ha portato la famiglia Pani a proporre un'apertura serale sul fine settimana.

I PIATTI E I PREZZI - La concezione di «cucina del mercato» dovrebbe proprio essere questa, e cioè frutto di quello che si vende dall'altra parte della strada, riproposta in termini e lettere sull'ardesia, dove ci saranno dei punti fermi, quelli più gettonati dal pubblico, a cui si aggiungono la proposta del giorno più qualche fuori carta, a seconda della stagionalità delle verdure, che qui sono prioritarie. Ogni singola proposta non raggiunge mai i 10 euro, e l'offerta di due piatti a 12 euro è un vero affare per tutti quelli che passeranno da questi tavoli anche oggi. A questo prezzo che fai? Vai a casa a spignattare?

VINI E SERVIZIO - Bianco o rosso? E no, poche etichette ma buone. Anche sui vini si è fatto un passo importante rispetto al circondario, nei tanti locali che affollano il quartiere, dove la qualità del vino è ancora considerata un aspetto secondario, mentre qui il servizio al bicchiere (4 euro) propone spumanti di Franciacorta, bianchi e rossi liguri e piemontesi di buona fama, tornando poi da queste parti con uno dei migliori Rossese di Dolceaqua, quello di Anfosso di Soldano. Il servizio agile e sorridente chiude felicemente il quadro, in attesa di un conto che non potrà provocare altro che un sorriso.