29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Diritti LGBT

Drag King, se le donne giocano a fare i maschi

La fotografa torinese Alice Arduino si è divertita a giocare con gli stereotipi maschili e femminili e ne è uscito un interessante progetto, in mostra a Torino fino al 6 maggio. Tra barbe posticce e posture da macho.

Barbe posticce, baffi, basette, cravatte, posture tipicamente da macho. Donne che giocano a fare gli uomini, con l'intento di sottolineare, anche divertendosi, gli stereotipi uomo-donna che caratterizzano l'universo maschile e femminile e compongono quel «ruolo di genere» cui ci abituano sin da bambini.

Sono le donne di «Drag King: Uno sguardo sui generi», curioso e interessante progetto della giovane fotografa Alice Arduino, che ha ricreato i tipici cliché maschili sui corpi delle sue modelle in una serie di scatti in mostra fino al 6 maggio alla Feltrinelli Express della stazione Porta Nuova a Torino.

Una decostruzione ironica dei luoghi comuni declinati al maschile, che ribaltano la prospettiva comune. I ruoli di genere possono influenzare tutti i tipi di comportamento, come la scelta dell'abbigliamento, del lavoro e delle relazioni. Fa parte del nostro immaginario pensare alle donne come soggetti dai modi aggraziati e morbidi, con vestiti di un certo tipo e impegnate in lavori come la casalinga, la segretaria o l'estetista. Così come fa subito maschio un comportamento più aggressivo e duro o il lavoro di muratore o elettricista.

Alice Arduino ha chiesto ad ogni ragazza fotografata di assumere due posizioni a scelta: una «tipicamente femminile» e una «tipicamente maschile», nel momento in cui erano se stesse. Successivamente, vestite da uomo, hanno ripetuto le stesse posture. Da prima a dopo, la posizione cambia, ed emergono chiaramente quegli stereotipi di genere tipici di uomo e donna, dall'accavallamento delle gambe ad uno sguardo più dolce, per arrivare ad un aspetto più rigido e serio.

Alice, dichiaratamente lesbica e da sempre impegnata in progetti legati a tematiche LGBT, aveva già fatto parlare di sé nel 2010 quando realizzò un autoscatto intitolato «Frocifissione», che la ritraeva in croce, coperta solo da due veli bianchi e da una serie di scritte che denunciavano i diritti negati ai gay in Italia.