Sabrina Ferilli: Sorrentino ha giocato sulla mia fisicità
Secondo l’attrice, nel film «La grande bellezza» per la prima volta il suo corpo non è stato usato a fini seduttivi
ROMA - L’affresco su Roma di Paolo Sorrentino si colora di nostalgia e di amarezza proprio nel momento più glamour del film. Sullo sfondo dell’ambiente sordido di un night per uomini in cerca di compagnia si staglia infatti la figura prorompente di Ramona, il personaggio interpretato da Sabrina Ferilli, che flette sinuosamente le sue curve in uno spogliarello che oltre al corpo sembra denudare l’anima.
Sabrina Ferilli: finalmente non sono seduttiva - «Sorrentino ha giocato con la mia fisicità, ma è una delle poche volte che il mio corpo non viene usato a fini seduttivi: è come un monumento inserito in quella bellezza che il protagonista, Jep, interpretato da Toni Servillo, va cercando», ha spiegato Sabrina Ferilli nel numero di «Donna Moderna» in edicola.
Fra i tanti monumenti proposti al pubblico da Paolo Sorrentino nel film «La grande bellezza», il personaggio di Ramona interpretato da Sabrina Ferilli è di quelli che fanno fare all’opera un salto di qualità indispensabile alle pellicole che sui giornali si meritano il giudizio «da vedere» .
La Ramona della Ferilli, spogliarellista ingaggiata in un night club da un padre manager che ha segnate sulla faccia tutte le cicatrici di un perfetto rottame notturno, è un personaggio vero, scolpito da una interpretazione che in alcuni momenti (Sorrentino più o meno
consapevole) fa tornare alla mente quelle tormentate figure femminili che hanno reso celebre Anna Magnani.
I sassolini della Ferilli - Di fronte ad un esplicito complimento alla sua bravura da parte di chi la intervista la Ferilli, si mostra sorpresa: » Essere definita sorprendente dopo 20 anni di carriera mi emoziona, ma non pensavo di poter essere ancora una scoperta», replica divertita.
Poi coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa:»La mia carriera- ci tiene a precisare- me la sono fatta da sola in completa anarchia, senza calcoli. Sono una attrice che ha ricoperto tanti ruoli. Ho iniziato con Marco Ferreri, ma poi sono passata anche per altri generi, compreso il «musical» e la tv. Per «Commesse» mi criticarono molti colleghi che poi hanno recitato in fiction molto peggiori. L’Italia - si sfoga –è provinciale: se faccio una pubblicità io non va bene, se la fa Clooney si».
Esaurite le punzecchiature a chi ritiene l’abbia sottovalutata per alcune sue scelte, Sabrina Ferilli torna poi a commentare il film di Sorrentino» Paolo-dice- ha fatto un film tra il sopra e il sotto di Roma, scavando nelle sue contraddizioni».
Le contraddizioni di Sorrentino - Ma fra i critici di Cannes (il film è uscito digiuno di premi) c’è chi sostiene che anche Sorrentino, nella sua opera non è riuscito a schivare molte contraddizioni.
In affetti il film non sempre riesce a mantenere l’assicella alla quota toccata da vicende come quella che vede protagonista la Ramona della Ferilli. Dopo una prima spettacolare scena, che trascina il pubblico nelle slabbrature della Roma di oggi, «cafonal» e adiposa, il film scivola verso un tempo apparentemente vero, ma irreale, in cui il protagonista, lo «Jep» di Toni Servillo, troppo spesso ci appare come un gagà napoletano inebriato unicamente di se stesso e del proprio scetticismo.
Le terrazze si affacciano su una Roma che non c’è più - Inoltre il film si svolge prevalentemente in una terrazza romana, che affaccia sul Colosseo a ricordarci di che Roma stiamo parlando, dove i protagonisti si aggirano spiandosi a vicenda senza mai toccare, anche alla lontana, un tema che sfiori la politica, l’economia o il sociale.
Tutti sanno, anche a Cannes, che sulle terrazze e nei salotti romani, oggi si parla quasi esclusivamente di politica, o, più recentemente, dei capricci dello spread.
Insomma Sorrentino e Servillo dipingono una Roma i cui ultimi capitoli furono scritti magistralmente da Federico Fellini. Da allora la luce si è spenta. «La grande Bellezza» riesce a riaccenderla solo a tratti.