28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Mentre il Wall Street Journal scova il padre biologico

Steve Jobs al cinema grazie a Sony

Basato sulla biografia autorizzata del fondatore della Apple Steve Jobs. Verona: artista omaggia Jobs disegnando «la mela» in un campo. Napoli: la statuina già nel presepe napoletano

NEW YORK - Dopo aver prodotto il film che ha raccontato il miracolo Facebook (The Social Network), la Sony Pictures ha in programma un film - o «biopic» - basato sulla biografia autorizzata del fondatore della Apple Steve Jobs, morto di cancro il 5 ottobre. Stando al sito d'informazione Deadline, infatti, il colosso giapponese sarebbe a un passo dall'aggiudicarsi i preziosi diritti cinematografici del libro dell'ex giornalista di Time Magazine Walter Isaacson (che sarà intitolato semplicemente Steve Jobs, ed è già disponibile in preordine anche su Amazon Italia).
Sarà la prima pellicola a portare la storia di Jobs sul grande schermo, anche se una mini-serie tv intitolata Pirati della Silicon Valley aveva già immortalato Jobs nel 1999 con l'interprete di Er Noah Wyle nel ruolo di protagonista. L'uscita della biografia di Isaacson è stata anticipata al 24 ottobre dopo la notizia del prematuro decesso del guru della Mela all'età di 56 anni. Il libro si basa su oltre 40 interviste con Jobs che il giornalista ha fatto in oltre due anni, insieme a testimonianze di parenti, amici, avversari e colleghi.

Isaacson, ex managing editor di Time Magazine ed ex chairman della Cnn si era già cimentato nella biografia di personaggi famosi come Henry Kissinger e Albert Einstein. Il progetto cinematografico sarà invece seguito per conto della Sony dal produttore Mark Gordon, noto per successi del calibro di 'Speed' o 'Salvate il Soldato Ryan'. E dopo la morte del boss di Apple si è fatto sentire anche il genitore biologico che ha raccontato, in un'intervista al Wall Street Journal, di aver avuto notizie da parte del figlio due volte: la prima sei settimane prima della sua morte e in precedenza quando stava dando le dimissioni da Ceo. Due brevi risposte con un semplice «grazie».
Abdulfattah Jandali, di origine siriana, è laureato in scienze politiche e lavora attualmente come manager presso il casinò Boomtown a Reno nel Nevada. Steve Jobs fu infatti allevato da Paul e Clara Jobs. Il padre Jandali abbandonò la famiglia e la madre Carole Schieble lo diede subito in adozione. L'esistenza di Abdulfattah Jandali è nota solo dal 2005 quando Steve Jobs si era già ripreso dal cancro al pancreas.

Dal Wall Street Journal: l'abbandono e le email con il padre biologico - Dopo la scomparsa di Steve Jobs, esce allo scoperto il padre biologico di origine siriana, Abdulfattah Jandali, raccontando al Wall Street Journal il rapporto con il figlio negli anni. Jandali ha appreso chi era solo nel 2005 e, da allora, ha cercato di contattarlo con diverse email, ricevendo risposte soltanto in due occasioni: quando il fondatore di Apple stava lasciando la guida dell'azienda e, successivamente, un mese e mezzo prima della sua morte. In quest'ultimo messaggio, secondo i racconti del padre, Jobs gli ha scritto una sola parola: «Grazie».
Jandali ha conosciuto Joanne Carole Schieble, futura madre di Steve Jobs, quando è andato negli Stati Uniti per un dottorato all'università del Wisconsin. Il padre della ragazza, di origine tedesca, era molto cattolico e conservatore. E che la figlia, seppure incinta, sposasse un musulmano, era fuori questione.
Così, quando Abdulfattah e Carole hanno messo al mondo un bambino, il 24 febbraio 1955, hanno deciso di darlo in adozione.
Solo vari decenni più tardi, nel 2005, Jundali ha scoperto che suo figlio si chiamava Steve Jobs ed era uno degli uomini più ricchi e famosi del mondo. «Non ricordo come l'ho appreso», ha spiegato il padre. «Ma è stato uno shock». Da allora, Jundali ha detto di avere scritto più volte il figlio. «Ero preoccupato per la sua salute, anche se non sapevo bene cosa scrivere nelle email perché ognuno aveva la propria vita», ha detto Jundali, ex docente di scienze politiche e attuale vicepresidente di un casinò a Reno, nel Nevada.
Queste vicende hanno sicuramente influenzato la vita del cofondatore di Apple, ricca di svolte e colpi di scena. A tracciarne un ritratto, dopo la biografia ufficiale di Walter Isaacson, è in arrivo anche un film. La notizia non è ancora stata confermata ufficialmente ma, secondo il sito hollywoodiano Deadline.com, Sony starebbe trattando per acquistare i preziosi diritti cinematografici per portare la biografia di Isaacson sul grande schermo.

Verona: artista omaggia Jobs disegnando «la mela» in un campo - Un tributo d'amore all'inventore della Apple, Steve Jobs, recentemente scomparso. Lo ha fatto l'artista veronese Dario Gambarin disegnando con un aratro in un campo agricolo di 27mila metri quadri a Castagnaro in provincia di Verona,un'enorme mela, simbolo dell'azienda di Cupertino. A fianco all'«Apple» morsicata, l'artista ha poi disegnato il motto di Jobs Stay hungry, stay foolish, titolo dell'opera for jobs.

Napoli: la statuina di Jobs già nel presepe napoletano - Anche il presepe napoletano rende onore a Steve Jobs. A pochi giorni dalla scomparsa del fondatore della Apple, morto giovedì mattina all'età di 56 anni dopo una lunga malattia, il presepe napoletano ha inserito una statuina dedicata al genio dell'informatica.
Genny Di Virgilio ha realizzato la statuina di Jobs per il suo presepe, uno dei piu famosi di san Gregorio Armeno, la famosa strada del centro di Napoli dedicata alle rappresentazioni natalizie dove ogni fine d'anno compaiono i personaggi più famosi del momento.