Steve Jobs? Insofferente alle regole
«Era una violazione ambulante delle norme antitrust» e se fosse stato vivo avrebbe rischiato la galera. Lo afferma al New York Times Herbert Hovenkamp, professore al College of Law dell'Università dell'Iowa
NEW YORK - Steve Jobs «era una violazione ambulante delle norme antitrust» e se fosse stato vivo avrebbe rischiato la galera. Lo afferma al New York Times Herbert Hovenkamp, professore al College of Law dell'Università dell'Iowa, facendo riferimento a due cause che hanno colpito Apple: da una parte il patto segreto che l'amministratore delegato di Cupertino aveva siglato con altri colossi della Silicon Valley per non strapparsi dipendenti a vicenda, dall'altra quella sugli eBook, in cui il gruppo è «colpevole» di avere messo in atto pratiche anticoncorrenziali sui prezzi, concordati a tavolino con gli editori a scapito di Amazon.
Secondo Hovenkamp sembra che Jobs non abbia mai letto il primo paragrafo della legge «Sherman Antitrust Act», in cui si scrive che «cospirare e limitare gli scambi commerciali» è illegale e chiunque faccia attività di questo genere è colpevole «rischiando una multa e il carcere fino a tre anni». E ancora il professore ha ricordato che «Jobs è stato molto impreciso sulla questione.
Non aveva avvocati pronti a consigliarlo? Questi comportamenti si vedono a volte in piccole società private, ma quasi mai in gradi aziende quotate come Apple», ha concluso.
Ma l'indifferenza verso le regole è un comportamento ricorrente tra i guru della Silicon Valley. «Guadate Bill Gates - ha detto al quotidiano di New York il giornalista di tecnologia, Brian Lam - è stato arrestato per aver guidato senza patente. E anche Microsoft ha i suoi problemi con le leggi antitrust. È una caratteristica degli giovani imprenditori tecnologici di guardare le regole e contestarle. Non è possibile entrare in questo gioco senza un sano disgusto per lo status quo».