25 aprile 2024
Aggiornato 19:30
La politica in TV

Ruffini lascia Raitre, da ottobre dirige La7. L'opposizione attacca

«Rammarico» da viale Mazzini. Critiche da Pd, Idv e Fli. Perina: «Si teme che a breve possa andar via dalla Rai perfino il cavallo di viale Mazzini»

ROMA - Dopo Michele Santoro e Simona Ventura, anche il direttore di Raitre Paolo Ruffini dice 'addio' a viale Mazzini: da ottobre dirigerà La7. La notizia circolava già da alcuni giorni, oggi l'ufficializzazione attraverso una nota di Telecom Italia Media: «Il dottor Paolo Ruffini entrerà a far parte della squadra di La7 in qualità di Direttore di Rete a partire dal 10 ottobre 2011». Ieri, ha fatto sapere a stretto giro di posta la Rai, Ruffini «ha chiesto la risoluzione del proprio contratto di lavoro ed ha informato i vertici aziendali dando preavviso contrattuale». Decisione per la quale Viale Mazzini esprime «rammarico», augurando a Ruffini «i più brillanti successi professionali» e ringraziandolo «per il lavoro svolto in questi anni, prima come Direttore del Giornale Radio e di Radio1, e successivamente come Direttore di Rai3».

Immediata la reazione dell'opposizione, interna ed esterna alla Rai. «Giudico un grave danno per la Rai che Paolo Ruffini sia passato a La7 e ritengo che l'azienda non abbia fatto tutto quello che poteva e doveva per trattenerlo», attacca il consigliere d'amministrazione a viale Mazzini Giorgio Van Straten, bollando come «una stupidaggine» la voce secondo cui sarebbe uno dei papabili per la guida di Raitre. E all'attacco va anche il Pd. «Ruffini in questi anni ha garantito autonomia e qualità a Rai3 ed è curioso che l'azienda non sia riuscita a trattenere un dirigente che ha sempre dimostrato di avere a cuore prima di tutto il servizio pubblico», ha commentato il responsabile Cultura del partito Matteo Orfini, secondo il quale «siamo di fronte all'ennesimo pasticcio che dimostra lo stato confusionale della Rai e la necessità sempre più urgente di una riforma che salvi l'azienda». «Ci sembra giusto - hanno fatto eco i deputati Beppe Giulietti e Vincenzo Vita - ringraziare Ruffini che in questi anni ci ha regalato straordinarie serate di libertà e per questo ha pagato. Spetta ora alla Rai dimostrare che al suo posto andrà chi saprà difendere l'autonomia, l'identità e la libertà dagli assalti delle logge di turno». «La fuga di Ruffini dalla Rai - ha commentato il vicepresidente della Vigilanza Giorgio Merlo - non è certamente una bella notizia per il servizio pubblico. Per onestà intellettuale, però, spiace rilevare che la scelta di Ruffini è del tutto personale e non legata a decisioni dell'azienda».

Orlando (IDV) - «Con l'abbandono dell'azienda pubblica da parte di Ruffini - incalza il portavoce di Idv, Leoluca Orlando - vince il metodo Bisignani. Da quando è arrivato il nuovo direttore generale, inoltre, è un continuo 'Vieni via con Lei'. La Rai ha perso via via tutti i pezzi migliori che hanno fatto la fortuna dell'azienda, professionisti che hanno avuto la colpa di non essersi piegati alle logiche di potere berlusconiane. Lorenza Lei in questo sta facendo un ottimo lavoro. L'azienda è piena di debiti e si lanciano andare i pezzi pregiati autori di trasmissioni in grado di raccogliere ingenti introiti».

Ironica la finiana Flavia Perina: «Dopo Ruffini, si teme che a breve possa andar via dalla Rai perfino il cavallo di viale Mazzini... Questa è la situazione di un'azienda che non crea nuovi talenti e fa scappare quelli che ha, con una distruzione del suo valore che si è accelerata sotto il governo di questa maggioranza».