20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Un anno sospeso

Torino, Rapporto Rota 2021: «Brusco calo di occupati e reddito medio»

Ci sono però tutte le potenzialità per risalire la china, afferma il Rapporto, purché vengano fatte delle "scelte politiche" anziché limitarsi a "un'alluvione di micro-progetti e micro-finanziamenti"

Panorama di Torino
Panorama di Torino Foto: Pixabay

TORINO - «Un anno sospeso»: il XXII Rapporto Rota su Torino e la sua città metropolitana definisce così l'anno appena trascorso segnato dalla pandemia da Covid-19, che ha colpito l'area in modo più pesante rispetto alle altre città metropolitane italiane, soprattutto sul fronte economico. Ci sono però tutte le potenzialità per risalire la china, afferma il Rapporto, purché vengano fatte delle «scelte politiche» anziché limitarsi a «un'alluvione di micro-progetti e micro-finanziamenti».

Torino, hanno subito rimarcato i ricercatori, si colloca al quarto posto fra le città metropolitane italiane - dopo Milano, Bologna e Trieste - per numero di persone anziane morte a causa del virus, che ha colpito pesantemente anche la natalità, con il 7% di neonati in meno rispetto all'analogo periodo pre-Covid.

Il sistema sanitario è in difficoltà, e vede il Piemonte a metà classifica fra le Regioni: «non ha particolarmente brillato né particolarmente demeritato», hanno detto gli estensori del rapporto, «collocandosi all'ottavo posto per capacità vaccinale». Il capoluogo piemontese si trova a metà classifica fra le Città metropolitane anche sul fronte scuola, come registrano i test Invalsi.

Sofferenza notevole e sopra la media è stata registrata sul fronte economico, dove Torino è risultata la seconda città metropolitana in Italia per perdita di occupazione e calo del reddito medio. Colpiti sopra la media in particolare gli artigiani, i commercianti, le donne e i giovani. Il turismo è calato del 60%, in linea con le altre città metropolitane.

In vista delle risorse del Pnrr, i ricercatori sollecitano le istituzioni a «fare scelte politiche», perché «se ci si limita a redigere lunghi listoni di progetti - affermano - il rischio è l'insuccesso».