26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Gilet gialli

Gilet gialli, nasce a Torino il coordinamento italiano: «Pronti a scendere in piazza»

Un ex grillino espulso per la questione rimborsi e il presidente del gruppo organizzato indipendente ambulanti di Torino: ecco chi c'è dietro il coordinamento italiano gilet gialli

TORINO - «Facciamo capire alla politica che gli italiani non ne possono più». E’ questo il primo post dei gilet gialli italiani. Chi pensa a una rivoluzione popolare come quella di questi giorni in Francia, faccia due passi indietro. Parlare di movimento è prematuro, ma negli scorsi giorni è nata su Facebook una pagina che ha l’intento di coordinare le eventuali proteste future in Italia. Dietro vi sono due personaggi noti: Giancarlo Nardozzi, presidente di GOIA (Gruppo organizzato indipendente ambulanti di Torino) e Ivan Della Valle, ex deputato grillino torinese espulso dal M5S per la questione «rimborsi».

CHI SONO I GILET GIALLI - I gilet gialli italiani nascono qui, quindi. A Torino, nel capoluogo piemontese. Inevitabilmente, la memoria va al dicembre 2013, quando la città della Mole fu una delle culle del movimento dei forconi. Difficile che possa ripresentarsi un simile scenario. Lo confermano gli stessi gilet gialli italiani, che prima ancora di aver indossato un gilet giallo, ribadiscono: «Sarà una protesta pacifica». Per ora non c’è una data di una possibile manifestazione, anche se qualcuno parla di gennaio. Impossibile organizzarsi prima e comunque i gilet gialli italiani aspettano di vedere cosa riserverà loro la legge di bilancio. Nardozzi e Della Valle ribadiscono le loro volontà: «Le battaglie fondamentali? L’uscita degli ambulanti e balneari dalla Bolkestein, riduzione della pressione fiscale, diminuzione del costo delle accise sulla benzina e dei pedaggi autostradali. Se l’Europa continuerà con la politica dell’Austerity siamo pronti a scendere in piazza». Insomma, anche l'Italia ha i suoi gilet gialli. Torino il cuore della protesta che emula quella francese.