27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
lavoro

Giorno di gioia all’Embraco: salvi 417 lavoratori assunti dalla Ventures

I 417 lavoratori che rischiavano di perdere il lavoro a causa della chiusura dell'Embraco, saranno assunti dalla Ventures

CHIERI - Dovranno probabilmente produrre robot i 417 lavoratori che dall’Embraco finiranno nelle mani di Ventures srl, azienda sino-israeliana. Oggi è un giorno di goia per queste 417 persone: proprio in questa giornata è stato, infatti, firmato l'accordo per la reindustrializzazione dello stabilimento Embraco di Riva di Chieri, in provincia di Torino. Un accordo che dà nuove speranze ai lavoratori che rischiavano di restare a casa dopo che la ditta aveva deciso di chiudere l’impianto.

STESSI CONTRATTI - Il passaggio dei lavoratori - alle stesse condizioni contrattuali che avevano in precedenza - è previsto a partire dal 16 luglio. La Ventures, in particolare, si occupa della produzione di sistemi per la depurazione delle acque e robot per la pulizia a secco dei pannelli solari. L’azienda, essendo nuova, richiederà la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione/riorganizzazione per 24 mesi: 90 lavoratori rientreranno da subito, la produzione dovrebbe iniziare a inizio 2019 mentre entro aprile 2019 altre 190 addetti dovrebbero rientrare al lavoro, con meccanismi di rotazione in modo da coinvolgere tutti gli addetti.

SODDISFAZIONE PER I SINDACATI - Azienda e sindacati hanno inoltre raggiunto un’intesa sul contributo che Embraco verserà ai lavoratori come compensazione «una tantum» per il periodo luglio-dicembre 2018 durante il quale partiranno gli ammortizzatori sociali. «Siamo soddisfatti del risultato ottenuto e fiduciosi sul buon esito dell’operazione, anche in virtù delle garanzie sulle solidità della società fornite dal Mise - hanno commentato Dario Basso, segretario della Uilm di Torino, e Vito Benevento, responsabile Embraco per la Uilm -. Abbiamo stabilito un monitoraggio continuo sull'evoluzione dell'iniziativa e soprattutto abbiamo ottenuto che i lavoratori non perderanno né salario né diritti. È stata una trattativa complicata e piena di ostacoli, che però ha tracciato una linea in difesa del lavoro in Italia. Basta delocalizzazioni incontrollate».