I lavoratori dell'Embraco scrivono una lettera a Di Maio e Salvini
I lavoratori dell'Embraco scrivono una lettera a Salvini e Di Maio chiedendo una legge sulla responsabilità sociale
CHIERI - Chiedono una legge affinché non ci sia mai più un’altra Embraco. Una di quelle leggi come ci sono in altri Paesi dell’Unione Europea che prevedono, per un’azienda che intende trasferirsi, l’obbligo di presentare prima un piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione di tutti i lavoratori interessati. La lettera scritta dai lavoratori dell’Embraco di Riva presso Chieri è un grido, nei confronti del diritto al lavoro.
LA LETTERA A SALVINI E DI MAIO - «Noi siamo riusciti, con le nostre mobilitazioni e le nostre iniziative e con l’appoggio delle istituzioni, forze politiche e media, a far assumere alla multinazionale proprietaria, la Whirlpool, la responsabilità di predisporre, agevolare e condividere un piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione per tutte e tutti noi - scrivono nella lettera indirizzata a Di Maio e Salvini -. Pensiamo che questo dovrebbe avvenire sempre, ed essere previsto dalla legislazione sul lavoro nel nostro Paese».
LA LEGGE SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE - In particolare ai lavoratori dell’Embraco sta particolarmente a cuore una legge sulla responsabilità sociale delle imprese, dove l’azienda che si trasferisce è chiamata a rispondere di tutti i costi e gli oneri sociali derivanti dal trasferimento, nel caso in cui non attui un piano per la ricollocazione del personale. Secondo i lavoratori, nel contratto Salvini-Di Maio, della legge non viene fatta menzione. «Non vogliamo un’altra Embraco».
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