28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Appuntamenti

Eventi a Torino, gli spettacoli da non perdere dal 20 al 23 marzo

Dai classici, ai musical, dai drammi alla danza. Ecco cosa vi attende nei teatri della città ed una piccola guida per non perdere gli appuntamenti migliori della settimana

TORINO – Storie vere, comicità, spattacoli drammatici, danza e tanto altro. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti migliori sul palchi della città questa settimana.

Spettacolo
Al Teatro Erba, da martedì 20 marzo, in scena «Tutte a casa (la guerra delle donne)». Infuria la Grande Guerra e l’Italia è impegnata nel terribile conflitto che miete vite, giovani e meno giovani, dalle trincee del Carso ai picchi delle Dolomiti. Mentre gli uomini sono al fronte, le donne si prodigano nel loro storico ruolo di madri e di mogli. Molte di loro, per arrotondare il magro bilancio familiare, accettano le offerte di lavoro che piovono dalle imprese, i cui ranghi sono rimasti sguarniti a causa della coscrizione dei propri dipendenti. Le donne escono dalle case e s’improvvisano tranviere, operaie, impiegate, suscitando il grande scandalo dei molti benpensanti. Del primo, devastante, conflitto mondiale, di cui in questi anni ricorre il centenario, sono stati raccontati la durezza della vita di trincea, le vittime e gli eroi. «Tutte a casa» si concentra invece sull’aspetto, abbastanza inedito ma di enormi proporzioni, dell’ingresso delle donne nel mondo del lavoro: un primo e imponente approccio, destinato all’epoca a non avere immediate conseguenze sul piano sociale, una volta terminato il conflitto, ma che di certo accelerò la presa di coscienza di molte donne. E -pur non dimenticando la tragedia sullo sfondo- lo fa nei toni della commedia e del sentimento, in una piéce dolce-amara tutta al femminile. Margherita, una ricca signora dell’alta borghesia milanese il cui marito imprenditore è stato preso prigioniero dagli austriaci, decide di imbarcarsi nell’avventura di tenere in piedi l’azienda di famiglia, produttrice di autocarri. All’inizio si tuffa nell’impresa con la leggerezza con cui frequenta i salotti dell’alta società; ma andando avanti si ritrova a sfidare l’ostilità di un mondo in cui tutti le sono contro. Nella sua avventura Margherita è supportata, ma anche spesso osteggiata, da altre quattro donne: Silvana, la coscienziosa segretaria del marito, che nasconde un segreto inconfessabile; Comunarda, una socialista combattiva; Teresa, giovane madre di famiglia; e Giacomina, che pensa più che altro a divertirsi.

Gran Varietà
Da martedì 20 marzo, a Le musica Hall, a grande richiesta dopo il successo invernale, il «Gran Varietà» torna con sei repliche eccezionali. Dal genio artistico di Arturo Brachetti e con la regia di Stefano Genovese arriva nuovamente sul palcoscenico lo spettacolo più frizzante dell’anno: 75 minuti di zapping teatrale in cui il divertimento è garantito. In scena numeri di ballo, canto, teatro, circo e poesia che si alternano a ritmo incalzante, insomma quell’arte teatrale che ha fatto la storia dello spettacolo internazionale: il varietà, qui proposto in chiave contemporanea e dinamica. Sul palco si esibisce una girandola di artisti, quattordici, dalla formazione più diversa: ci sono le ballerine di can can e gli acrobati, i cantanti, i clown, gli attori comici, i maghi, a formare una compagnia d’eccezione. Le coreografie sono di Cristina Fraternale Garavalli, la direzione musicale di Giovanni Maria Lori, la regia di Stefano Genovese.

Geppi Cucciari a teatro
Al Teatro Colosseo, dal 21 marzo, Geppi Cucciari torna con un nuovo spettacolo scritto e diretto da Mattia Torre. La conduttrice del programma radiofonico «Un giorno da pecora» porta in scena «Perfetta», un monologo che racconta un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. La donna portata in scena dalla comica sarda conduce una vita regolare, scandita da abitudini che si ripetono ogni giorno e che come tutti lotta nel mondo. Ma è una donna, e il suo corpo è una macchina faticosa e perfetta che la costringe a dei cicli, di cui gli uomini sanno pochissimo e di cui persino molte donne non sono così consapevoli. Perfetta è la radiografia sociale ed emotiva, fisica, di 28 comici e disperati giorni della sua vita.

Teatro danza
Alla Lavanderia a Vapore di Collegno, mercoledì 21 marzo, alle 21, «Nessuno sa di noi». Nello spettacolo la distanza tra un essere e l’altro si fa più corta, soprattutto se gli esseri in questione sono così diversi. Memoria del teatro danza lei, in un corpo scolpito, allenato al farsi espressione. Corporatura intrisa di segno, lui: sul viso i tratti della sindrome di down e nel portamento una purezza sua propria. Nel segreto di un palco, si scopre la relazione. L’avreste mai immaginata? Poche parole e un’originalissima danza. Mattia Peretto e Julie Anne Stanzak sono la storia di due fragilità, tessuta attraverso la regia di Antonio Viganò. E mentre la distanza si accorcia passo passo, alla fine del viaggio le anime oltre ai corpi, non sembrano poi così distanti. Prima dello spettacolo vi aspetta la Scuola dello Spettatore, in collaborazione con Arianna Perrone e le insegnanti delle scuole di danza.

Storia a teatro
Al Cineteatro Baretti, da mercoledì 21 marzo, in scena «Calvario anarchico: le ultime parole di Sacco e Vanzetti». Le ultime parole di due uomini condannati alla sedia elettrica, a confronto con le ultime parole di Cristo sulla croce. Una corrispondenza – pur nella lontananza dei due mondi – alla luce di parole che non bastano a salvare dalla condanna a morte, parole che non bastano a restituire l'innocenza, a proclamare la giustizia, a rivendicare la libertà. Lo spettacolo Calvario anarchico mette a fuoco il senso di parole – in particolare quelle intensissime scritte dai due protagonisti nei sette anni di carcere – che non sono state sufficienti a dimostrare la verità e a salvare Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due italiani anarchici che negli anni Venti hanno trovato la morte negli Stati Uniti, sulla sedia elettrica.

Comicità
Il comedian più irriverente del panorama italiano, l’unico che ha portato la sua dissacrante comicità senza censure in tv, torna per il quarto anno consecutivo al Teatro Gioiello. Giorgio Montanini sale sul palco giovedì 22 marzo con «Eloquio di un perdente», uno spettacolo che ha giù registrato sold out in tantissimi altre città. Anche in questo spettacolo il Nemico Pubblico nazionale rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente, che tutto fa tranne che consolare; smonta tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta, talmente scorretta che gli costa sempre il cartellino rosso dai programmi televisivi. Eloquio di un perdente Montanini parla del centro. Cos’è il centro? Connotazione geografica a parte, il centro rappresenta, nell’immaginario comune, il fulcro. Il cuore. L’equilibrio. La stabilità. La sicurezza. Il giusto. Quando l’immaginario si concretizza e cresce attraverso convenzioni, luoghi comuni e sovrastrutture sociali, chi ci assicura che quello sia veramente il centro? E non solo. Ci siamo mai chiesti se ciò che diamo per assodato essere giusto, sia giusto veramente. Sia giusto per tutti e non solo per pochi. Ci siamo mai chiesti se, i parametri utilizzati per definire il «giusto», non vengano redatti definiti e diffusi proprio da quei pochi? Sappiamo cosa sia la pazzia, di cosa aver paura, cosa sia l’estremismo perchè ne siamo consapevoli o perchè ce l’hanno detto? Se siamo consapevoli allora la nostra specie è fottuta, fottuta, già estinta. Se ce l’hanno detto e scopriamo che non è vero, come accade Matrix e iniziamo la rivoluzione. Schernisce il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico. Contemporaneamente non si esime dall’assumersi le responsabilità individuali e non risparmia nulla al pubblico. Lo ammonisce e lo esorta a prendere coscienza che, per quanto paradossale, il potere e quindi il destinatario delle invettive, siamo noi.

Danza
Alla Lavanderia a Vapore, mercoledì 21 marzo, alle 21, in scena «Il Ballo». Ci sono grandi muri in questo spettacolo, muri senza finestre, che sono stati costruiti senza che nessuno se ne accorgesse; mai un rumore, mai una voce di muratore. Eppure alla fine, senza farci caso, tutti siamo imprigionati tra quei muri, fuori dal mondo. E non ci sono finestre, o perlomeno non riusciamo a trovarle. «Il Ballo» è uno spettacolo di teatro – danza dove i personaggi, prigionieri tra i muri di una stanza, cercano di dare un senso alla propria vita, a questa pantomima che sono le vite desertiche e vuote. Prigionieri delle proprie abitudini e convenzioni sociali, di uno spazio fisico e mentale , lottano per non soccombere alle regole e alle logiche a loro imposte. Prigionieri non solo di quello spazio fisico ma anche dello sguardo che gli altri gli rimandano, cercano una via di fuga, un modo per ritrovare una propria soggettività, una propria storia intima ed esclusiva. La loro lotta è un elogio alla vulnerabilità umana, un canto alla possibilità di esistere e farsi bellezza e stupore. Ci sono grandi muri in questo spettacolo, che sono stati costruiti senza che nessuno se ne accorgesse. E non ci sono finestre, o perlomeno non riusciamo a trovarle.  Ma forse è meglio così, forse è meglio evitare altri tormenti. Se poi una finestra si aprisse chissà quante cose nuove ci rivelerebbe.

Spettacolo e corpo
Al Teatro Astra, giovedì 22 marzo, alle 21 in scena «Siena». Una delle formazioni più in voga della scena internazionale in un’originale coreografia di Marcos Morau. Nella sala di un museo una donna seduta osserva un quadro, vicino alla porta un uomo in piedi osserva la scena. Questo è il punto di partenza che ci porta fino alla città italiana di Siena per iniziare una riflessione sul corpo umano. Corpo che è il segno fisico più intenso del passare dei secoli. L’arte si è compromessa con la materia umana in tante maniere diverse a seconda delle sensibilità culturali di ogni epoca. Allo stesso modo gli artisti hanno approfittato del corpo come contenitore e diffusore di significati.

Musical
Al Teatro Colosseo, da venerdì 23 marzo, in scena «Dirty Dancing». Arriva per la prima volta a Torino il tour ufficiale del racconto che ha emozionato e fatto sognare milioni di donne in tutto il mondo: è l'estate del 1963 e la diciassettenne Frances Baby Houseman sta per imparare una grande lezione di vita... oltre a qualche passo di danza. In vacanza con la famiglia, Baby non è entusiasta delle attività ricreative del resort, ma scopre il suo personale intrattenimento quando si imbatte negli alloggi del personale del villaggio nel bel mezzo di una festa. Affascinata dai ritmi travolgenti e dalle movenze di questi nuovi balli proibiti, Baby vorrebbe tanto esserne coinvolta, soprattuto dopo aver notato Johnny, l'affascinante maestro di ballo. La vita di Baby sta per cambiare per sempre.

Opera contemporanea
Al Teatro Nuovo, da venerdì 23 marzo, «Off Broadway: Otello l'ultimo bacio». Una nuova opera musicale che ripercorre l'intero dramma shakespeariano. L'opera è scritta in due atti, con musica e testi originali. Nei brani che la compongono gli autori raccontano la triste vicenda dell'uomo avvelenato dal dubbio e dalla gelosia. La perversione mentale di Iago, l'impetuosità di Otello e l'amore di Desdemona sono le coordinate che tracciano la rotta di questo viaggio musicale, che unisce passione ed ispirazione a un sincero desiderio espressivo, che si manifesta nell'evolversi del racconto. La maggior parte del team artistico di Notre Dame de Paris dopo diversi anni di esperienza condivisa sui palchi più belli d'Italia di fronte ad oltre due milioni e mezzo di spettatori, ha deciso di riunirsi per continuare a far sognare il pubblico, raccogliendo il guanto di questa nuova sfida: due ore intense di meravigliose musiche e poesia raccontate dal canto di straordinari interpreti e dal movimento di fantastici ballerini e acrobati.

Commedia
Al Teatro Gioiello, da venerdì 23 marzo, in scena «Boomerang, il mondo che vorrei» con Amanda Sandrelli. Un casale in campagna. I componenti di una famiglia bloccati a causa di una grande nevicata. Due giorni in attesa di poter celebrare il funerale del padre patriarca. Il passato che riemerge attraverso inattesi e comici scontri. Una storia che affronta temi attuali e toccanti attraverso le contraddizioni dell’essere umano. «Boomerang» è una commedia divertente e scorretta che prende di mira la principale istituzione della nostra società borghese: la famiglia. Tutta la vicenda si svolge durante una veglia funebre forzata e prolungata e che va a colpire gli stereotipi del perbenismo famigliare sfociando in un caos irriverente tipico della black comedy.

Ragazzi a Teatro
Al Teatro Regio da giovedì 22 marzo, «Il barbiere di Siviglia» raccontato ai ragazzi Opera pocket dal melodramma buffo. In occasione dell'Anno Rossiniano Fascia d'età consigliata: 8-16 anni. Due secoli e non dimostrarli: la comicità, la bellezza melodica, la frizzante strumentazione del Barbiere di Siviglia, dal lontano debutto del 1816, superano il tempo e i luoghi per presentarsi ogni volta irresistibili al pubblico di ogni età. In occasione dell'Anno Rossiniano, il celebre titolo e' declinato in una versione che permette a grandi e piccini di imparare ad amare Rossini e il melodramma nel modo più divertente e coinvolgente possibile.