Si suicida dopo essere stato ricattato su Internet, più di 600 vittime della truffa
Dopo 4 mesi di intercettazioni e riscontri documentali è emerso che sono state circa 600 le vittime dall’associazione a delinquere
TORINO - Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Nuoro, in collaborazione con i Comandi Provinciali di Torino, Vercelli e Catania hanno eseguito la misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di 20 indagati (di cui 2 in carcere, 13 ai domiciliari, 1 agli obblighi di dimora e 4 a piede libero). L'intera indagine è nata nel 2017, in seguito al suicidio improvviso di un giovane nuorese.
INDAGINI - I Carabinieri di Nuoro hanno raccolto una serie di elementi sulla vita pubblica dei social forum del ragazzo e in particolare su alcuni dettagli presenti nei suoi profili social, che li ha indotti ad approfondire le attività svolte su alcuni siti d’incontri . E' così emerso che il giovane, in attesa di essere assunto come operatore socio-sanitario, era stato ricattato da un sedicente ispettore della polizia che gli ha chiesto in più occasioni il pagamento di inverosimili contravvenzioni per inesistenti violazioni connesse alla pubblicazione degli annunci a sfondo sessuale sui siti Internet. L’uomo, prima di togliersi la vita, ha versato ai malfattori quasi 5.000 euro.
TRUFFATORE - Tracciando i movimenti del denaro tra la vittima e il suo aguzzino, i militari sono riusciti a risalire al personaggio principale dell’associazione dedita alle estorsioni e truffe online. Si tratta di un trentanovenne piemontese di origine sarda, con precedenti specifici, che si presentava alle sue vittime come: matricola ER432, Ispettore Gigliotti Marco della Polizia Postale di Roma. L’uomo si è rivelato essere il promotore, l’organizzatore e il capo di una associazione a delinquere, radicata tra Torino e Vercelli, composta da 20 elementi, con ruoli e compiti ben definiti, che operava estorsioni e truffe in tutto il nord Italia.
BANDA - Il modus operandi della banda criminale consisteva nel contattare gli inserzionisti dei più noti e utilizzati siti d’annunci commerciali e di incontri. Poi, il sedicente Ispettore Gigliotti Marco procedeva a far credere alla vittima che fosse in corso una denuncia che avrebbe potuto ritorcersi sulla vita privata, lavorativa o professionale dell’inserzionista. Il truffatore, facendo largo uso di terminologie in uso alle forze dell’ordine, presentava la possibilità che l’inesistente azione penale potesse venire archiviata con il pagamento di una di multa che, in caso di ingenti somme, doveva avvenire in contanti. Il denaro veniva quindi immediatamente utilizzato per l’acquisto di piccole quantità di droga e, in un solo caso, in un concessionario per acquistare un auto di lusso.
ARRESTO - Dopo 4 mesi di intercettazioni e riscontri documentali è emerso che sono state circa 600 le vittime dell’associazione. In 45 casi i malviventi sono riusciti nel loro intento intascando uno o più pagamenti. Le vittime sono state letteralmente dissanguate una volta che si sono rese disponibili al primo pagamento, con pressanti e reiterate richieste di denaro. Non è possibile stimare quante siano state in totale le vittime della banda che si avvaleva di innumerevoli utenze telefoniche non direttamente riconducibili agli associati.
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